16 GENNAIO -Forti dei 32 punti in classifica, ma soprattutto del quinto posto occupato in graduatoria, i gialloblù domenica hanno sicuramente pensato o sperato di riuscire a fare lo “sgambetto” al Napoli. Si trattava tuttavia di una sfida sulla carta quasi proibitiva, come uno scontro tra Davide e Golia. Da una parte la squadra di Mandorlini, organico di qualità ma pur sempre formazione neopromossa, dall’altra l’undici di Benitez, compagine esperta di assoluto livello, composta da ottimi giocatori quali Higuain, Maerteens, Callejon, Pandev, tanto per citarne alcuni. Alla fine, come era forse logico attendersi, i partenopei si sono imposti sui gialloblù, con il rotondo punteggio di tre reti a zero. Un risultato alla fine se vogliamo un po’ bugiardo, che non rispecchia in pieno quanto visto sul terreno di gioco, anche se la vittoria degli azzurri è apparsa assolutamente meritata. Non è il caso tuttavia di fare drammi in quanto l’incontro ha dimostrato senza ombra di dubbio che il gap da colmare è ancora forte e quindi, per dirla in poche parole, non era certo questa la partita da vincere. Almeno per ora. La buona posizione in classifica ha consentito al Verona un approccio più sereno, sicuramente diverso da quello che sarebbe stato necessario se la squadra avesse dovuto affrontare i partenopei con l’ansia di dover fare punti ad ogni costo. In virtù di questo Mandorlini ha giustamente deciso di “giocarsi” la partita a viso aperto. I gialloblù sono infatti scesi in campo con spirito aggressivo, desiderosi di ben figurare davanti al proprio pubblico. La prima mezz’ora di gioco ha visto quindi un Verona pimpante ed in palla che ha fatto la partita, costringendo il Napoli sulla difensiva. A rovinare la festa è arrivato però il gol di Maerteens, che con un delizioso “colpo di biliardo” ha trafitto l’incolpevole Rafael, con un preciso destro a giro sul secondo palo. Nella ripresa, la reazione scaligera ,che ha avuto il suo picco con la grande occasione fallita da Toni – un rigore in movimento davanti all’altro Rafael, sostituto di Reina – è stata poi purtroppo “soffocata” dalle reti di Insigne prima e Dzemaili poi, con le quali il Napoli ha definitivamente “messo in ghiaccio” il risultato. Nella lettura della sconfitta, sicuramente esagerata nel punteggio, possiamo tuttavia trarre un paio di utili indicazioni. La prima riguarda senza dubbio Jorginho, autore domenica in cabina di regia di una prova da incorniciare, con un primo tempo disputato decisamente ad alti livelli. Peccato a questo punto che le voci di una sua dipartita già nel mese di gennaio inizino a farsi sempre più insistenti. Peraltro, ironia della sorte, sembra che proprio il Napoli sia la società maggiormente accreditata dagli addetti ai lavori per accaparrarsi fin da subito le prestazioni del giovante talento brasiliano. Sicuramente Jorginho – con tutto il rispetto per i colori gialloblù – merita una grande squadra tuttavia tutto ciò non cancella il timore che una sua cessione possa “rompere” un ingranaggio così rodato, quale è il centrocampo di Mandorlini. Ma si sa, il calcio non è solo uno sport ma anche una questione di business. Ed in casi come questo il business prende spesso il sopravvento. Detto di Jorginho, l’altra importante indicazione riguarda il tema del terzino destro, che allo stato attuale rappresenta forse il vero “lato debole” dello scacchiere gialloblù. Il buon Cacciatore, appare da qualche settimana in leggera flessione e comunque non totalmente in linea con le aspettative di inizio stagione. Mentre in fase offensiva ha saputo farsi valere – sono già tre le reti segnate – nella fase difensiva ha invece destato più di qualche perplessità. Non è infatti la prima volta – la rete di Insigne di domenica rappresenta l’ultima riprova – che i pericoli maggiori nascono dalle sue parti. Il mercato di gennaio, laddove se ne presenti l’opportunità, capita quindi “a puntino” per tentare di migliorarsi in tal senso.
Tutto sommato la partita di domenica rappresenta in buona sostanza una sconfitta dura da digerire ma che ci può stare, visto il divario tecnico delle forze in campo. Nessun dramma quindi, ma solo la soddisfazione per l’ottimo girone di andata sin qui disputato e la consapevolezza che nel ritorno sarà forse possibile togliersi altre soddisfazioni. Non prima però di aver “archiviato” la pratica salvezza. Ma non manca molto…
Enrico Brigi
twitter: @enrico_brigi
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