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Nessuna cortesia all’uscita, di Massimo Carlotto

Creato il 15 aprile 2014 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

Autore: Massimo Carlotto
Titolo: Nessuna cortesia all’uscita
Anno: 1999
Pagine: 229
Casa Editrice: Edizioni e/o
Genere: Giallo
Formato: Cartaceo/ebook
Prezzo: 4,90 (6,99 in ebook)

Trama:

nessuna cortesia all'uscita
Un malavitoso si rivolge all’Alligatore per fare da paciere con il proprio capo, che invece intende farlo fuori. Aiutato come sempre da Rossini (ultimo rappresentante di una malavita “onorata” ormai estinta) il detective cerca di intervenire in favore del vecchio compagno di carcere, ma si trova a dover fare i conti con una feroce sequenza di omicidi e tradimenti che non risparmiano niente e nessuno. Una guerra che non prevede “nessuna cortesia all’uscita”, come dichiara il titolo, citando una vecchia espressione usata dagli ebrei durante i pogrom.

Giudizio:

Il romanzo di Carlotto unisce realtà e finzione, innestando la terza storia dell’investigatore Marco Buratti, detto l’Alligatore, su una vicenda reale: la “dismissione criminale” della Mala del Brenta, ovvero gli ultimi mesi di esistenza della banda di Felice Maniero (che, nel libro, assume il nome di Tristano Castelli).
È la prima metà degli anni Novanta. Dopo un decennio di dominio assoluto sulle attività criminose del Veneto, raggiunto grazie alle buone relazioni con le famiglie mafiose confinate in zona, Maniero capisce che le cose stanno per cambiare: la malavita russa e quella albanese, feroci e spietate, sono entrate nella ricca regione del Nordest e stanno minacciando le tradizionali aree di interesse della sua banda (lo spaccio di droga e le bische).
Di fronte alla prospettiva di una guerra quotidiana senza esclusione di colpi, Maniero decide che è assai più saggio “dismettere” l’impresa: convoglia i capitali accumulati in un luogo sicuro, e per farlo inizia ad eliminare gli “esattori” che sono le seconde linee della banda; e poi, scientificamente, tratta con lo Stato le condizioni della sua resa e di quella dei sottocapi a lui più vicini.
La vicenda raccontata da Carlotto vede l’Alligatore e Rossini coinvolti nelle vicende che, tempo dopo, porteranno al blitz, concordato con Maniero, con cui le Forze dell’Ordine porteranno in galera oltre 150 componenti della banda. Uno degli esattori, capito che Castelli-Maniero lo vuole eliminare, si rivolge all’investigatore perché svolga il ruolo di paciere. Ma appena l’Alligatore tenta di costruire la mediazione con la banda, capisce che le cose si stanno mettendo male, e che Castelli lo vuole usare per ritrovare l’esattore.
Quando l’Alligatore coinvolge come socio Rossini, malavitoso gentleman che ha precise regole di condotta e detesta la nuova criminalità, i due restano coinvolti nella vicenda e, poco a poco, tra feroci omicidi e sbirri corrotti, riescono – con l’aiuto dell’analista Max la Memoria – a comprendere il disegno di Castelli, che prevede anche la loro eliminazione.
La narrazione è ricca e coinvolgente, anche se ogni tanto Carlotto cade nella sciatteria o nell’eccesso di dettagli (ad esempio sulle armi, di cui evidentemente è un intenditore).

La vicenda romanzata termina in contemporanea alla cattura di Castelli/Maniero.
Il quale, evidentemente, non è ancora giunto alla fine delle sue trattative dello Stato, visto che evade dal carcere di Padova nel 1994, per essere poi nuovamente catturato a Torino e condannato a 33 anni (poi ridotti a circa 20). Nel 1995 Maniero si pente, definitivamente, e la sua banda viene smantellata con oltre 150 arresti. Nel 1996, la condanna definitiva a 11 anni di carcere e 60 milioni di multa. La sentenza definitiva (di cui Carlotto riporta frammenti tra i vari capitoli del libro) ammette che lo Stato considera il valore dello smantellamento della banda criminale così importante, da rendere secondaria ogni necessità di trasparenza sul destino del capitale accumulato da Maniero.
Infatti, Maniero conserva i suoi soldi, come premio della collaborazione.
Nel 2002, ottiene i domiciliari e diventa imprenditore. Nel 2010, pagato definitivamente il suo debito con la giustizia, Maniero è un uomo libero, libero anche di godersi tranquillamente il frutto di tanti anni di onorata attività. Con una plastica facciale e un nome nuovo, può ricominciare una nuova vita chissà dove – ma abbastanza lontano dalla voglia di vendetta dei compagni di banda traditi.
A dimostrare che, se uno è abbastanza intelligente, e capace di leggere i tempi che cambiano, il crimine paga. Eccome, se paga.

Massimo-Carlotto

Sull’autore:

Massimo Carlotto, nato a Padova nel 1956, è uno dei più noti, apprezzati e premiati scrittori di noir italiani. Ha esordito nel 1995 con “Il fuggiasco”, romanzo autobiografico che narra le vicende della sua latitanza per sfuggire all’arresto per l’accusa di omicidio (da cui verrà poi assolto). Grande conoscitore ed abile narratore delle vicende criminali del Nordest, ha creato i personaggi dell’Alligatore e di Beniamino Rossini, esponenti di una malavita “onorevole” ed ormai estinta.
Spesso ha scritto “a quattro mani”, con Francesco Abate (“Mi fido di te”), Giancarlo De Cataldo e Giancarlo Carofiglio (“Cocaina”) e, con Marco Videtta, i quattro romanzi del ciclo “Le vendicatrici”. Scrive anche per il teatro e la televisione, e collabora con quotidiani, riviste e musicisti.

Marco Zanette



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