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Nessuno è inutile. Scrivetelo sulla lavagna.

Da Laperonza

 

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Diciamo che è stata una svista, un eccesso di zelo, un travaso di entusiasmo. Diciamo che talvolta può capitare di scrivere una frase calibrata male, partorita male, che non doveva essere scritta. Ma capita, lo so per esperienza personale.

La frase però è decisamente fastidiosa, offensiva in qualche modo. Perché io non credo che esistano esseri umani inutili. È vero: è importante spendersi per la propria comunità, sia essa la propria città o il proprio Paese. Ma è altrettanto importante occuparsi della propria famiglia, del proprio piccolo gruppo, e per farlo non si appare, non ti vede nessuno, sembra che tu non stia facendo nulla per gli altri, ma lo fai. Non è inutile il padre di famiglia che lavora tutto il giorno per portare a casa quanto serve per i suoi e la sera spende il suo tempo con i figli anziché partecipare a dibattiti pubblici. Non è inutile la donna che lavora tutto il giorno e ha una famiglia da accudire e la sera è troppo stanca per fare qualsiasi altra cosa. Non è inutile chi fa onestamente e con devozione il proprio lavoro. Non è inutile chi vive la sua vita correttamente, con onestà e dignità e solo col suo esempio indica una direzione agli altri. Nessuno è inutile.

È invece vanitoso, pretenzioso, urticante quanto scritto sulla lavagnetta della Festa dell’Unità. Un errore, se vogliamo, veniale. Non occorre un processo, non occorre la ricerca di un colpevole. Basterebbe che certe scritte non apparissero più. Basterebbe che in futuro si facesse un piccolo esercizio di umiltà in più. E magari delle scuse, scritte su quella lavagnetta, sarebbero utili.

Luca Craia


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