Al di là dei parolai da domenica sportiva, quelli che prendono posizione spesso a fatti avvenuti per capire come seguire meglio il vento degli eventi, e di cui Galatea parla già ampiamente nel suo ottimo post, al di là del si o no alla questione TAV nel cui merito non entro in questo post, io torno a chiedermi per l’ennesima volta e con legittimo sospetto come mai questi black block non si riesce mai a prevenirli o alla peggio a fermarli durante l’azione, se non in numero risicato (almeno rispetto alle cifre spesso dichiarate dalle forze dell’ordine)? Questa volta, si dice, si avvicinavano addirittura al migliaio di persone, un numero che, se non ricordo male, è di gran lunga superiore rispetto ad esempio ai facinorosi che misero a ferro e fuoco Genova. La provenienza dei soggetti che vanno poi a formare i cosidetti black bloc è di area antagonista (solitamente, in teoria), anarchici, centri sociali e via dicendo. Tutte situazioni d’aggregazione, chiamiamole così, che spesso sono già, o dovrebbero essere, monitorate dalla forze dell’ordine. Ci sono anche stranieri (ma non dovrebbe intervenire ad esempio l’Interpol?), c’erano nel 2001, c’erano anche in Val di Susa. In seguito agli scontri del G8 di Genova più di uno disse e scrisse che di alcune di quelle persone in marcia verso i confini italiani era stata data notifica alle forse dell’ordine nostrane, eppure… Poi Diaz e Bolzaneto sono rimaste tristemenete note nella storia come uno dei più grandi “flop”. In molte occasioni in cui vi è una manifestazione di contestazione leggitima e democratica contro l’opera del governo, o più in generale contro l’establishment internazionale e le sue decisioni, questi individui saltano fuori ottenendo l’unico risultato di delegittimarla, in primis agli occhi dell’opinione pubblica e uscendone poi molto spesso indenni, quando non si volatilizzano, a discapito di chi a manifestare c’era andato con altro spirito e che finisce poi per prendere le manganellate, oltre che morali pure fisiche sulla testa. Vogliamo sia un caso, certamente. Ma a questo punto è evidente un malfunzionamento nell’opera di prevenzione e monitoraggio di certe attività da parte dello stato e delle forze dell’ordine.
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