“Nessuno mi può giudicare” è il titolo di un simpatico ed attualissimo movie di Massimiliano Bruno che ci accompagna esilarante dalla prima battuta all’ultima.
Film dedicato al mondo oscuro e chiacchierato delle escort, sì insomma, di quel vario panorama femminile che se può resistere e non tramontare mai è perchè incontra il consenso di un altrettanto variegato quanto oscuro mondo maschile e gaudente che cerca e paga a fior di centoni, spesso con soldi non propri, le prestazioni di queste potremmo definirle donnine allegre d’alto bordo…
Escort vuol dire soldi facili, vuol dire occasioni e mondo dorato, vuol dire rifiuto delle regole e di una vita normale, vuol dire corruzione e degrado dei costumi, ma questo racconto alquanto verosimile e riflettente la realtà, ci insegna a dispetto di ogni codice precostituito ed innegabile, che escort può anche significare “bisogno di pagare dei debiti per non perdere la custodia del proprio figlio e per non trovarsi in mezzo ad una strada senza una possibilità dignitosa di futuro”.
E’ quello che accade alla nostra sfortunata ed ingenua protagonista che si trova dall’oggi al domani vedova, perseguitata da ingiunzioni giudiziarie ereditate dall’improvvido quanto assai poco fedele marito.
Per impedire il tracollo repentino ed infausto della propria esistenza, Alice deve improvvisarsi quello che non è, quello che non vorrebbe fare e che mai si sarebbe sognata di andare a compiere: prostituirsi per realizzare 1000 euro al giorno e non finire così in galera con il figlio dato in affidamento…
Da una vita costellata di agi e privilegi la giovane protagonista interpretata da una bravissima Paola Cortellesi si trova catapultata in una baracca fatiscente, definita dal padrone di casa molto eufemisticamente attico, e senza altra risorsa che il proprio ingegno.
Il padrone di casa è un uomo tutto d’un pezzo, il cui figlio è vagamente gay ed obeso, ma lui non lo sa…non lo sa che è gay…; il quartiere è di quelli tuscolani, romanacci della miglior specie, o peggiore, dipende dai punti di vista…; ci stanno anche molti extracomunitari, tra cui un italiano (il bellissimo Raoul Bova) sfigato e squattrinato che gestisce per loro un internet point sempre in perdita; sempre in perdita perchè anzichè avere una clientela puntuale fa credito a chi è più sfigato di lui così che finirà sull’orlo dello sfratto…
Insomma, dimmi in quale quartiere abiti e ti dirò chi sei…o quale periodo della tua vita stai attraversando.
Però è strano come quando tutto sembri perduto, si possa scoprire e si ha occasione di apprezzare che ci possono essere dei vicini di casa simpaticissimi, un figlio che sostanzialmente non necessita di nulla che non sia il tuo affetto, amici impensabili, umili e fedeli disposti a darti una mano, un mondo semplice e quotidiano fatto di piccole attenzioni e di piccole gentilezze che ti rincuorano, che ti infondono uno straordinario coraggio e un senso di fiducia nel futuro.
E così si può anche sopportare la fatica di un ruolo che non ci appartiene, che ci viene imposto dalla cattiva sorte, che possiamo concepire solo come provvisorio e necessario, che ben può giustificare il titolo dato alla visione; nessuno ci può giudicare per quello che facciamo, o che sentiamo, o che decidiamo, se abbiamo una giustificazione più che onorevole, più che dignitosa, più che degna di considerazione.
Non è esattamente lo stesso discorso ma qualcosa di vagamente simile per Eva (nome d’arte che nasconde la vera identità tenuta segreta), la donna immagine che insegna gli attrezzi del mestiere all’ inesperta ed impacciata compagna di ventura.
E poi accade che in un momento così tragico tu possa incontrare anche l’amore, qualcuno che si innamora di te, che non sa quello che fai per necessità e disperazione, che continua a vederti per quello che sei e non per quello che fai, per quello che senti e non per quello che sei obbligata a fingere e recitare…
Niente scuse, niente ipocrisia, niente falsità di circostanza; le verità sono semplicemente taciute perchè impronunciabili, perchè subite, perchè non volute; è come quando uno viene colto a rubare ma la merce non l’ha presa lui, qualcuno glielà gettata nelle mani per liberarsi all’ultimo momento primadella cattura, dell’ingombro.
E’ solo il trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato; non se ne ha nessuna colpa, nessuna responsabilità.
Bisogna quindi bisogna aspettare che questo brutto momento venga risolto, possa venire archiviato.
E poi si potrà finalmente tornare ad una vita normale, con un lavoro normale, dove le cose stanno tutte nel posto giusto, dove non c’è più bisogno di nascondersi, dove non si è più ostaggio di situazioni che ci opprimono e ci schiacciano.
Ma se nel frattempo il nostro amato dovesse scoprire, proprio l’ultimo giorno del nostro infelice mestiere e nel modo peggiore, quello che stiamo facendo, quello che abbiamo tenuto nascosto, quello che non potevamo confessare?
E allora sì che non c’è più molto di che stare allegri; l’orgoglio maschile ferito non può facilmente comprendere, non può accettare di vedere la cruda realtà conciliata con le ragioni del cuore.
Non lo può fare fino a che quel mondo che abbiamo sempre giudicato, a prescindere dal vero, marcio ed indegno, si rivela per uno strano gioco del destino degno d’essere riscattato; anche da chi fa, per le ragioni più varie, queste luride pratiche di vita, può venire un segnale di onorabilità e di pulizia.
Non buonismo, non facile e scontato assolvimento delle colpe; i ruoli non vengono negati nè mascherati, i principi non vengono infangati e rinnegati, ognuno si tiene le proprie responsabilità, le proprie colpe, ma soprattutto ognuno può avere la propria occasione di riscatto, di risollevamento e di conciliazione con la vita, che non si finirà mai di ricordarlo, rimane il bene più prezioso ed irrinunciabile. Sentimenti compresi.