Nuova prova per la vecchia demo del promettente survival Alien: Isolation
L'annuncio di Alien: Isolation, survival horror sviluppato dall'inglese Creative Assembly, ha suscitato parecchia curiosità un po' per l'impostazione fedele, quasi devota alla pellicola originale, un po' perché si tratta di un progetto che finalmente sembra rendere giustizia ad una proprietà intellettuale troppe volte maltratta da un medium, quello videoludico, che invece avrebbe sulla carta molto da offrirle. Dalla GDC 2014, dove abbiamo avuto modo di incontrarlo nuovamente, portiamo notizie buone e cattive allo stesso tempo: purtroppo la presentazione a cui abbiamo assistito e la demo provata erano le stesse dell'evento di un paio di mesi fa, ma allo stesso ne siamo usciti ancora più consapevoli del buon potenziale di questo titolo ambizioso e capace di prendersi alcuni rischi. Un gioco che non rivoluzionerà alcun paradigma del mondo dei videogiochi ma potrebbe essere un ottimo fan service per i tanti appassionati del capolavoro di Ridley Scott.
Ultima frontiera
L'impressione che abbiamo avuto sentendo parlare Al Hope, team director di Alien: Isolation, è che Creative Assembly volesse davvero andare quanto più vicino possibile alla pellicola Alien.
Non solo un tributo ma quasi una trasposizione videoludica: non essendo il film adattabile direttamente in versione interattiva, sia per ragioni di trama che per una notevole distanza di ritmo e linguaggi espressivi, il gioco utilizza il personaggio di Amanda Ripley, figlia di Ellen, per proiettarci in una stazione spaziale semi deserta dove l'unico nemico è un esemplare di alieno alto tre metri e disposto a tutto pur di farci la pelle. Una premessa in parte differente, vero, messa però in scena all'interno di ambienti fortemente ispirati a quelli dell'opera cinematografica, soprattutto grazie ad uno stile lo-fi che fa di tutto pur di avvicinarsi alla visione del futuro prossimo venturo che si aveva negli anni '70, e condita da un ritmo tutt'altro che forsennato imposto al giocatore dalla consapevolezza che la sua inferiorità sul piano della lotta è e resterà sempre incolmabile. Ci si aggira tra i corridoi della gigantesca costruzione orbitale radar alla mano, pronti a sobbalzare sulla sedia ogni volta che il dispositivo emette un rumore e segnala una presenza potenzialmente letale. L'alieno viene considerato da Creative Assembly un piccolo capolavoro di programmazione, un insieme di animazioni e routine di intelligenza artificiale necessarie per dargli la stessa imprevedibilità che ne ha reso celebri le apparizioni sul grande schermo. Alien: Isolation - Videoanteprima Allo stesso tempo questa versione della minaccia spaziale è molto più mobile e proattiva rispetto alla sua controparte impressa su celluloide, nella prima apparizione quasi del tutto statica, ma gli scatti sono limitati agli attacchi decisivi per farci la pelle e si ha costantemente l'impressione che si muova attraverso gli ambienti in maniera credibile e coerente con il design dei livelli, sfruttando condotti sotterranei e passaggi rialzati per metterci all'angolo poco per volta. C'è un ottimo senso di immersione nel mondo di gioco, coadiuvato da una buona resa grafica, dall'ottimo audio e dal lavoro sull'interfaccia, minimale e ove possibile legata all'utilizzo di oggetti fisici presenti nelle stanze che compongono gli schemi. Un'esperienza horror solida, insomma, che siamo curiosi di capire come alternerà ritmi e situazioni per allentare di tanto in tanto la tensione e aggiungere una quantomai necessaria varietà. Ogni tanto si fatica a capire come mai un'idea potenzialmente così valida, sorretta da una presentazione di qualità, non venga spinta presentando una maggior quantità di nuovi contenuti ad eventi importanti come la GDC, ma probabilmente la mole di lavoro in vista dell'uscita, prevista per l'ultima parte dell'anno, hanno imposto di presentarsi a San Francisco senza nuovi materiali. Restiamo in attesa di novità, nascosti al buio per non farci prendere.