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“Nessuno può toglierti il sorriso” di Valentina Pitzalis

Creato il 27 luglio 2014 da Vivianap @vpicchiarelli

cover“Valentina Pitzalis è morta il 17 aprile 2011. Quel giorno mio marito mi ha cosparsa di cherosene e mi ha dato fuoco. Quel giorno la Valentina che ero sempre stata, la ragazza carina, piena di vita, prospettive e sogni per il futuro, è bruciata tra le fiamme di un inferno senza senso. Non so perché tutto questo sia successo proprio a me. Me lo sono chiesta tante, troppe volte in questi anni, così come mi sono ripetuta, ogni giorno, che lui non era un mostro, ma aveva fatto, questo sì, una cosa mostruosa. So per certo però che la persona che sono oggi è stata più forte di tutto e di tutti. Ho compreso che di fronte alle avversità, di fronte a tragedie come la mia la cosa che conta è trovare la forza di reagire. Ho scelto di reagire, ho scelto di vivere, ho scelto di cercare di essere un esempio per chi crede di non avere quella forza dentro di sé, perché io… la depressione non me la posso permettere, non più. Quello che, più di tutto, mi ha dato la forza di arrivare fin qui è stata la speranza di poter aiutare tutte le donne che vivono, magari ancora senza essersene rese veramente conto, situazioni di coppia come la mia. Sono felice di poter alzare una mano sola, sono felice di avere i miei occhi senza ciglia e sopracciglia, sono felice di avere le mie gambe coperte di cicatrici. Semplicemente, sinceramente, incredibilmente… ho trovato la forza per non smettere di sorridere e sono felice di vivere!” (Valentina)

Questo è un libro che fa orrore, perché di orrore si parla, in un periodo in cui la piaga del femminicismo sta assumendo proporzioni raccapriccianti, non tanto in termini numerici, quanto piuttosto per l’incredulità di fronte ad atti di una violenza inaudita, scatenati dall’incapacità del “maschio” di accettare e metabolizzare un “no”. Valentina ha amato, ha cercato di comprendere e di sostenere quel suo uomo così fragile e così maledettamente preda di demoni che, alla fine, hanno avuto la meglio. Ma non sulla voglia irrefrenabile di vivere di questa donna, completamente sfigurata e menomata. Tutte noi donne dovremmo leggere questa libro-denuncia.


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