Gaetano e Dalia sono una coppia separata che si incontra una sera a cena in un ristorante per pianificare le vacanze dei figli. Il risentimento è tanto, l'acredine si taglia col coltello, si arriva a un gelato in faccia ma poi piano piano si cerca di rimettere a posto , nella giusta prospettiva, tutto il loro trascorso amoroso, tra gioie e dolori, passando per il riconoscimento dei propri errori...Nessuno si salva da solo ovvero autopsia di un matrimonio.
Che però rivela una sorpresa, forse alla fine il paziente non è così morto come sembra.
Chi vivrà vedrà.
Diamine, mi sembra di aver cominciato dalla fine per parlare di questo film su cui , sinceramente , riversavo pochissime aspettative.
Un po' come il film stesso che racconta una coppia deflagrata ai tempi della crisi che si ritrova a cena in un localino glamour , di quelli che ti servono piatti costosi e che a malapena riempiono un quarto di piatto, con l'intenzione di parlare dei figli, ma in realtà quello che li aspetta è un lungo duello dialettico che arriverà quasi alle vie di fatto in una lunghissima serata.
Gaetano è uno sceneggiatore che si nasconde dietro una maschera da cazzoncello perdigiorno che è partito con l'idea di fare cinema di qualità ma che poi si ritrova a firmare sceneggiature per fiction televisiva nazional /popolare ( che però gli riempie il portafoglio), Dalia è un medico che si è votato alla crescita dei due figli dopo essersi messa con Gaetano.
Una storia felice la loro , almeno per un certo periodo di tempo stando a quanto si vede dai flashback.
Poi l'amore scivola per una china pericolosa, quella dell'incomprensione, della divergenza di prospettive, dell'egoismo quasi involontario e quando ognuno comincia a guardare solo a se stesso,,,non c'è bisogno che aggiunga altro.
Il film è tutto in questo confronto, uno tsunami di parole che però viene letteralmente smolecolarizzato da un montaggio veloce e moderno e da una regia che cambia spesso tonalità.E per una volta i flashback sono i benvenuti in quanto riescono a conferire un ritmo sostenuto a un film che altrimenti sarebbe verboso in maniera insostenibile.
Non ci si ferma alle solite scene da un matrimonio , all'ormai usurato film sull'amore coi crampi, ma si cerca di raccontare qualcosa di più ampio.
Non solo un matrimonio o una storia d'amore ma due persone, prima che personaggi.
In fondo Gaetano e Dalia sono figli della crisi, un po' come noi che li stiamo guardando, le loro indecisioni e le loro incertezze sono un po' le nostre e non basta una confezione glamour, uno scenario di radicalchicchismo ben radicato nelle loro amicizie, per renderli meno vivi e pulsanti.
E va dato merito ai due interpreti , Scamarcio e Trinca, di aver disegnato bene due personaggi fittizi che si portano addosso ben percepibile il forte profumo della realtà.
Anche quando il loro eloquio acquista un che di declamatorio, probabilmente a causa della fonte letteraria, ben lontano da lessico che si usa quando si è in confidenza.Castellitto alla regia e la moglie Mazzantini alla sceneggiatura dimostrano di essere una squadra che progressivamente sta affinando le proprie doti per presentarsi pronta all'appuntamento col cinema internazionale.
Nessuno si salva da solo è un film onesto che riecheggia molto cinema francese recente.
Forse anche noi stiamo cominciando ad imparare di nuovo a raccontare delle belle storie....
PERCHE' SI : buona la regia e ottimo il montaggio che dà un taglio molto moderno al film, buona anche la prova dei due interpreti.
PERCHE' NO : il copione è piuttosto esile, a volte l'eloquio acquista un che di declamatorio che stona in bocca a quei personaggi,alcuni temi appena accennati e non trattati.LA SEQUENZA : il finale con l'uscita di scena di Gaetano che usa il viale come una lunga passerella prima di nascondersi dietro un ideale sipario.
DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :
Castellitto con la moglie ormai sono una squadra fortissimi ( cit.)
Non avrei mai pensato nella mia vita di spezzare una lancia in favore di Scamarcio.
La Trinca è antipatica come al solito ma questi personaggi le riescono bene.
Basta poco per uscire dal solito becero provincialismo italico.
( VOTO . 6,5 / 10 )
