Ho deciso di fare campagna elettorale pro Bologna e sto per essere terribilmente politically uncorrect, perchè comincio davvero ad avvertire il pericolo Lega. Lo so, in nome della par condicio non dovrei utilizzare il web per esprimere preferenze e so anche che ciò che sto per scrivere scatenerà l’ira funesta di tutti coloro che non saranno d’accordo con me. Ma francamente me ne infischierò anche perchè non posso davvero guardare la mia città che rischia di finire in mano ai Trotas (come li ha finemente definiti Massimo Gramellini sabato scorso a Che tempo che fa) senza tentare almeno di evitarlo. Ora, tenendo presente che:
- un blog è l’unico mezzo di espressione ad essere totalmente libero e indipendente,
- Mauro Masi sarà troppo inpegnato ad inviare curricula in giro per poter prestare attenzione a ciò che scrivo io e quindi redarguirmi via telefono,
- Silvio Berlusconi sarà completamente assorbito dalla campagna per la lotta a questo male incurabile che è la magistratura milanese per poter, come Masi, leggere il mio blog e chiamarmi in diretta per insultarmi,
credo di poter manifestare apertamente tutto ciò che fa nascere in me il pensiero che il prossimo sindaco bolognese possa portare la cravatta verde.
Lo sapete chi ci vorrebbe davvero come sindaco a Bologna? Rudy Giuliani, perchè nonostante sia un conservatore, un repubblicano, si sia candidato contro Hillary Clinton e abbia sostenuto Mc Cain contro Obama, la sua politica di “Tolleranza zero” attuata nel celebre repulisti newyorchese è forse l’unica terapia che potrebbe far uscire la nostra bella città da questo pingue baratro degenerativo. Dal 1994 al 2001 infatti, Giuliani ha completamente cambiato volto a New York, concentrandosi principalmente sulla lotta contro il crimine: io ho visitato la Grande Mela nel 2004 e vi posso assicurare che ora è possibile passeggiare soli alle 4 di notte senza essere importunati da anima viva. Repressione? Beh, sicuramente per ottenere un risultato del genere è necessario un po’ di polso e sicuramente Rudy in quegli anni non dev’essere stato tanto di manica larga. Ma ho letto che comunque ha manifestato una posizione liberale su aborto e coppie di fatto e ha appoggiato la ricerca sulle cellule staminali embrionali, contrariamente al suo partito.Ora, New York è una città con più di otto milioni di abitanti, di tutte le etnie e di tutte le religioni; Bologna ne conta al momento solo 380.000, ma vanta una cosiddetta “area metropolitana” che raggiunge un milione di abitanti. Quindi, in proporzione, se per New York ci sono voluti sette anni di cinghia stretta giulianesca, alla “turrita” dovrebbe bastare un anno per ritrovare la gloria e lo spendore perduti. Rudy, cosa fai da qui a maggio del 2012? No perchè la situazione è questa: una eventuale vincita del candidato della Lega non farebbe altro che fomentare ancora di più la xenofobia e l’intolleranza già abbondantemente vigente tra le mura cittadine, senza però ottenere i risultati di controllo dell’ordine che invece sarebbero necessari; il candidato del Pd, Virginio Merola, potrebbe anche essere la persona giusta, peccato che la sua espressione bonaria non faccia trapelare nessun intento di attuare una politica dura ma crei anzi una certa confusione con il sindaco uscente Flavio Delbono, anche lui del Pd, del quale però non abbiamo nessun buon ricordo a causa del cosiddetto “Cinziagate”; il candidato del centrodestra non lo prendo nemmeno in considerazione in quanto, dopo Giorgio Guazzaloca e le sue “gocce” in Piazza Maggiore confido in un certo buon gusto petroniano in fatto di sindaci. L’ideale sarebbe stato poterci tenere la commissaria Anna Maria Cancellieri, un mix tra Alessandra Spisni e Angela Merkel, completamente scollegata da qualsiasi partito politico, ma che in poco più di un anno di governo tecnico è riuscita a fare grandi passi.
Ma il vero non plus ultra per i bolognesi è Maurizio Cevenini, l’uomo dei matrimoni, uno di noi, sempre presente nella vita civica tra bar, stadio e feste dell’unità. E’ lui il più amato, il più conosciuto, il vero primo cittadino in quanto è un bolognese doc ed è sempre in mezzo alla gente. Un segno del destino il suo “fermo” alla corsa per la candidatura? Non lo sapremo mai, l’importante è che abbia avuto il coraggio di tornare in campo; forse, in cuor suo, sa che la sua città ha bisogno di lui…Bologna la Dotta, Bologna la Grassa e Bologna la Rossa? Speriamo. Intanto, forza Cev.