Cos’hanno in comune Mu’ammar Gheddafi e Marco Simoncelli? Probabilmente nulla, a parte il fatto di essere morti ed entrambi oggetto di satira per questo. Solo che sulla morte di Gheddafi si può scherzare e su quella di Simoncelli no.
Ovvio! Mica li puoi paragonare!
E’ ovvio.
Sarà che nel corso dei miei studi sono rimasto folgorato da Husserl, ma credo che quando una cosa sia ovvia significa che non c’è da fidarsi. E mi chiedo, se è vero – e penso sia vero – che della morte di un uomo non si può mai gioire, è vero anche che non ci si possa scherzare?
Nell’occhio del ciclone sono finiti i siti satirici Spinoza.it e Nonciclopedia.it, i quali non si sono sottratti alla loro regola di fare dell’ironia nonostante tutto. Il primo ha ricevuto critiche nientemeno che da Fiorello, mentre per il secondo Vasco Rossi ha trovato sponda in Francesco Facchinetti (“ah be’, allora”, direte voi, ma tant’è). Da qualche parte ho anche letto critiche a Nonciclopedia per il fatto che gli amministratori di questo sito si appoggiano a piattaforme a dominio pubblico – cosa che trovo francamente ridicola oltre che ilare. Finisce che Nonciclopedia cancella la pagina su Simoncelli, mentre la discussione sul forum di Spinoza, oggetto delle critiche di Fiorello, è ancora dov’era.
In compenso, per la morte di Gheddafi, che a sua volta è stata parodiata sia da Spinoza.it (e non solo sul forum quindi) che dallo stesso Nonciclopedia (qui la pagina del Rais), nessuna voce si è levata a sdegno. Eppure l’ex dittatore libico ha la sua bella schiera di difensori: quasi tremila sulla pagina italiana di Facebook), oltre alle migliaia morte per lui in battaglia; senza contare che ha fatto una fine anche più cruenta del pilota romagnolo.
Quindi alla mia iniziale domanda, se si possa scherzare sulla morte di un uomo, non posso altro che rispondere affermativamente, visto che su Gheddafi non è stata montata polemica alcuna.
Ma io stesso sono stato aggredito per una battuta su Supersic riportata sul mio profilo su Facebook; perché Gheddafi sì e Simoncelli no? La risposta è ovvia – e quindi ingannevole – Gheddafi era un “cattivo” e Simoncelli un “buono”. Ne consegue che si possa scherzare sui “cattivi” e non sui “buoni”.
Sarà che quand’ero piccolo e guardavo He-Man io tifavo sempre per Skeletor, ma la distinzione tra “buono” e “cattivo” oltre che labile mi sembra anche risibile ai fini di un’analisi di tipo logico-argomentativo su un tema serio come questo.
In un mondo in cui spopola quella moda tutta 2.0 di cambiare foto profilo nei social network ogni volta che muore un personaggio famoso (a proposito, nessuno ha mai speso una parola per Wilson Greatbatch, che in fondo ha “solo” inventato il pacemaker), e che dimentica con assurda facilità che solo qualche anno fa un vignettista rischiò di essere ucciso per un disegno su Maometto, abbiamo non solo il diritto, ma anche il dovere morale di riflettere su ogni argomento, a maggior ragione se si tratta di temi tabù come la morte e la violenza. E se possiamo riflettervi con freddezza allora possiamo anche scherzarci sopra, perché l’ironia è senza dubbio l’espressione di un istinto vitale che contrasta la morte, quindi ben venga.
Eerchè alla fine l’unica cosa cui dobbiamo rendere conto delle nostre azioni è la nostra coscienza, che per qualcuno può anche chiamarsi Dio, ma che per certo nessuno ha il diritto di giudicare, se non noi stessi.