Questo l’occhiello del pezzo di Cesare Rimini dal titolo “Brutte figure per colpa della neve” apparso sul Corriere della Sera Milano il 16 febbraio scorso
«Le storie da raccontare, anche quelle piccole, è meglio se hanno un lieto fine, ma talora è divertente lasciare segreta la conclusione» scrive l’avvocato matrimonialista, giornalista e scrittore all’inizio del suo pezzo dove racconta di aver parcheggiato la sua auto sullo spazio disabili sotto casa di una sua amica.
«Non avevo proprio visto il segnale sulla strada perché coperta di neve e anche il cartello verticale mi pareva non riguardasse il punto in cui avevo parcheggiato» scrive Rimini che la mattina seguente ha chiamato i vigili «non certo per risparmiare la sanzione».
…«Ho detto che ero tornato a vedere i luoghi e c'era ancora la neve e non si vedeva niente -scrive l’avvocato riportando il colloquio con il comandante dei vigili-. Il comandante mi ha stupito: saputo che ero umiliato dal pensiero di avere offeso gli invalidi, era andato sul luogo del delitto anche lui e non aveva visto il segnale. Forse devo ringraziare la grande nevicata?»
Ci sia consentita una domanda: per cosa?
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