Inutile illudersi: la nevicata del 6/7 marzo non ha per niente abbattuto le polveri sottili Pm10, quelle malfide sostanze che si misurano in milionesimi di grammo per metro cubo e che quindi, minute come sono, tendono agguati ai pur possenti polmoni, già maledetti da fumi di ogni genere. Non c’è incantesimo che tenga, non serve suonare il flauto per incantare quelle polveri malefiche, qui ci vuole l’Arpa! Ed eccola, la spiegazione seppure sulle generali, dato che l’Azienda regionale per la protezione dell’ambiente potrebbe analizzare la situazione dell’inquinamento atmosferico sito per sito. La neve traditrice giace inerte sul suolo e così gli inquinanti non si disperdono come meriterebbero. Ed è Arpa.
in generale, dopo una nevicata spesso assistiamo ad un incremento delle concentrazioni. Il motivo è da ricercarsi principalmente nelle condizioni meteorologiche. Al ristabilirsi di condizioni di tempo bello, la neve presente sul terreno opera raffreddando l’aria in prossimità del terreno stesso e pertanto aumentando significativamente il fenomeno dell’inversione termica che rende difficile la dispersione degli inquinanti.
In misura variabile da sito a sito e da episodio ad episodio, può inoltre non essere trascurabile il contributo del risollevamento del materiale (es. sabbia e sale) disperso durante le nevicate che al termine delle stesse può permanere per più giorni sul manto stradale. Questo fenomeno è però più variabile ed andrebbe analizzato caso per caso.