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New Express in Cina chiede rilascio suo giornalista

Creato il 24 ottobre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
La redazione del giornale New Express, in Cina, ha chiesto sulla prima pagina della testata la liberazione di un proprio giornalista, arrestato venerdì.

L’immagine pubblicata della testata del New Express.

La redazione di un giornale cinese, Il New Express (新快报), giornale della città di Guangzhou, nella Cina meridionale, ha pubblicato un vero e proprio appello sulla prima pagina della testata per chiedere la liberazione di un suo giornalista, Chen Yongzhou, arrestato lo scorso venerdì con l’accusa di danneggiare la reputazione commerciale di un’azienda di stato. La società che dovrebbe essere stata danneggiata è la Zoomlion, una delle più importanti imprese di attrezzatura edile cinesi, il cui azionista di maggioranza è il governo dello Hunan. Chen Yongzhou è sotto accusa per i suoi 15 articoli, che hanno messo in evidenza presunte frodi fiscali dell’azienda. L’editoriale del New Express, molto toccante, ha cercato di far assumere al giornale stesso la responsabilità dell’accaduto, chiedendo di non farla ricadere sul singolo: “abbiamo sempre creduto che non ci sarebbero stati problemi fintanto che uscivamo con articoli di giornalisti responsabili. Se ci sono stati problemi possiamo rettificare e chiedere scusa. Se gli errori dovessero rivelarsi gravi siamo preparati per affrontarli in tribunale e se dovessimo perdere pagheremo le ammende. Se ci imponessero di chiudere [il giornale], ce lo saremmo meritati. Ma ciò che è successo dimostra che i nostri pensieri erano troppo naive”. L’editoriale spiega poi il perché del silenzio di cinque giorni dall’arresto del proprio giornalista: la testata avrebbe cercato di intavolare una cera e propria trattativa sottobanco perché temeva per la vita del proprio impiegato. Il New Express specifica inoltre di aver ricontrollato più volte gli articoli di Yongzhou, trovando solo un piccolo errore. Il titolo stesso dell’editoriale del New Express, a pagina intera, può essere tradotto come “per favore, liberatelo”. Un appello solenne, quasi disperato, che rende bene l’idea di come si tema per il destino del giornalista e di come siano state ormai tentate tutte le vie prima dell’esposizione pubblica del caso. La vicenda ha comunque fatto scalpore sia su internet, dove è stata ripresa da centinaia di media cinesi, sia per le reazioni della stessa stampa di regime, che ha sollecitato le autorità a rendere pubbliche le motivazioni dell’arresto del giornalista. Speriamo che anche in questo caso, delle parole bastino per scarcerarlo.


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