New Horizons. Credit NASA.
L’incontro con Plutone-Caronte di New Horizons nel luglio 2015 è fortemente atteso nella cerchia di ricercatori che si occupano del sistema solare e in particolare di oggetti minori del sistema solare.
Nel 2006 la NASA ha inviato questo grande “ambasciatore” verso la frontiera planetaria. La sonda New Horizons è ora a metà strada tra Terra e Plutone, in avvicinamento per un flyby molto ravvicinato col pianeta nano e i suoi satelliti. New Horizons sarà operativa solo quando si verrà a trovare nelle profondità della Fascia di Kuiper, la fascia di asteroidi oltre l’orbita di Nettuno. Ci dovrebbe essere anche la possibilità, dopo il flyby con Plutone-Caronte di un secondo incontro ravvicinato con un oggetto della Fascia di Kuiper (KBO, Kuiper Belt Object), fascia formata da oggetti delle dimensioni confrontabili o inferiori a Plutone, di cui Plutone è il maggior rappresentante.
New Horizons è stata lanciata il 19 gennaio 2006; nel febbraio 2007 ha ricevuto un’accelerazione dal pianeta Giove (una sorta di swing-by o gravity assist con il pianeta maggiore del nostro sistema solare), molto studiata dai ricercatori.
Per oltre cinque mesi, New Horizons studierà il sistema Plutone-Caronte, e precisamente nella primavera-estate 2015. In particolare, l’incontro più ravvicinato con Plutone si avrà il 14 luglio 2015. Successivamente, la missione dovrebbe continuare in una regione più profonda della Fascia di Kuiper, per esaminare uno o più oggetti degli asteroidi ghiacciati, un miliardo di chilometri oltre l’orbita di Nettuno.
L’invio di una sonda spaziale in queste remote regioni del nostro sistema solare interno ci aiuterà a rispondere al alcune domande fondamentali sulle proprietà della superficie, sulla geologia, sulla struttura interna e sulle atmosfere di oggetti così lontani.
La parte più importante del flyby con il sistema Plutone-Caronte durerà circa un giorno terrestre, mezza giornata prima del massimo avvicinamento e mezza giornata dopo. In questo modo la sonda cercherà emissioni ultraviolette nell’atmosfera di Plutone e cercherà pure di realizzare le migliori mappe sia di Plutone che di Caronte nelle regioni del blu, del rosso e dell’infrarosso, e in una particolare lunghezza d’onda cui è sensibile il metano ghiacciato sulle loro superfici. Si prenderanno inoltre delle immagini in bianco e nero ad alta risoluzione, delle mappe spettrali nel vicino infrarosso che permetteranno di mettere in luce la composizione superficiale di Plutone-Caronte e di individuare posizione e temperature dei materiali presenti sulla loro superficie.
Disponibile su: http://www.celestiamotherlode.net/catalog/spacecraft.phpNew Horizons passerà a una distanza inferiore a 12 500 chilometri da Plutone e a circa 29 000 chilometri da Caronte. Immagini a grande risoluzione verranno realizzate in un intervallo di circa mezz’ora quando la sonda si troverà alla minima distanza sia da Plutone che da Caronte soprattutto nella regione del visibile e del vicino infrarosso per ottenere dettagli della sua superficie con una risoluzione di circa 100 metri.
Ma il lavoro della sonda non termina con Plutone e le sue lune. New Horizons verrà puntata nel lato più scuro di Plutone e Caronte per individuare foschie nell’atmosfera alla ricerca di eventuali anelli e per capire se le loro superfici sono lisce o ruvide. Inoltre, la sonda volerà verso le ombre proiettate da Plutone e Caronte nello spazio. Si può osservare il Sole e la Terra anche da quelle distanze e analizzare la luce solare e le onde radio trasmesse da trasmettitori terrestri. Il momento migliore per misurare le caratteristiche dell’atmosfera si hanno solo quando la sonda punterà in direzione del Sole e della Terra, dietro il sistema Plutone-Caronte.
Oltre Plutone-Caronte vi sono altri interessanti oggetti da studiare. Il successivo target della missione verrà rivelato solo poco prima dell’incontro con Plutone ma i ricercatori sperano di trovare uno o più target per New Horizons di almeno 50 chilometri di diametro. L’incontro con un KBO potrebbe essere simile a quello con Plutone-Caronte: la sonda dovrebbe perciò mappare la superficie di un KBO e ottenere immagini ad alta risoluzione, indagando pure la sua composizione grazie ad uno spettroscopio a raggi infrarossi e a mappe in quattro colori studiando atmosfera e possibili satelliti.
Per capire quale target è il migliore, al momento si studiano attentamente immagini da terra prese appositamente per questo scopo utilizzando grandi telescopi terrestri. Nascosti all’interno di queste immagini vi sono sicuramente degli oggetti della Fascia di Kuiper, degli asteroidi che sfrecciano nel nostro cielo tra milioni di stelle di fondo.
Su IceHunters (sito web: http://www.icehunters.org/index.php), istituito dalla Southern Illinois University, vi saranno sicuramente in un futuro non molto lontano immagini e curiosità su mondi lontani, mondi ghiacciati proprio perchè lontani dal Sole.
Al centro del progetto IceHunters ci sono immagini raccolte da alcuni dei più grandi telescopi terrestri, la maggior parte delle quali provengono dal Magellan Telescope di 6,5 metri di diametro in Cile, e dal Subaru Telescope di 8 metri a Mauna Kea, Hawaii e che hanno l’obiettivo di cercare regioni dove potenzialmente si potrebbero trovare nuovi mondi ghiacciati, nuovi oggetti della Fascia di Kuiper. Come SETI@Home, IceHunters sfrutta ampiamente il web e le potenzialità degli utenti di tutto il mondo.
Un interessante video che presenta il progetto IceHunters lo potete guardare qui:
Qui sotto il lancio della sonda New Horizons il 19 gennaio 2006:
Un altro video interessante sulla sonda:
Informazioni su:
IceHunters: http://www.icehunters.org/index.php
Sito NASA: http://www.nasa.gov/mission_pages/newhorizons/main/index.html
IceHunters: http://www.icehunters.org/science?ticket=ST-1318166654r224098D8B4A5F89B4E
Sabrina