Magazine Società

NEW YORK E LA PAURA DELL’URAGANO IRENE. BLOOMBERG , IL SINDACO “Non siamo sicuri di potervi soccorrere”

Creato il 29 agosto 2011 da Madyur

Il sindaco Michael Bloomberg gela  "Non siamo sicuri di potervi soccorrere, se non siete al riparo nei luoghi giusti di fronte all'impatto di Irene". È teso, preoccupato e duro il primo cittadino: "Non illudetevi di essere protetti dalla furia delle acque solo perché abitate al decimo piano di un palazzo. Non ci sono solo le inondazioni ma i vetri in frantumi per il vento, i blackout elettrici".

 

IRENE

"Ho dato l'ordine a tutti i condomini: ascensori disattivati, non possiamo rispondere alle chiamate di chi rimane bloccato durante i blackout". E poi ancora pessimista: "Non finisce questa domenica, lunedì sarà caos nei trasporti pubblici, e interruzioni di corrente elettrica".
Sembrava che quattro giorni di tam tam dei media e delle autorità ci avessero quasi assuefatto perfino a Irene. E comunque l'imponente apparato di misure d'emergenza doveva darci un segnale rassicurante: massima prevenzione, mobilitazione, tutti pronti a reggere l'impatto. La metropoli che ha retto l'11 settembre vacilla, incerta su come reagire a questa minaccia naturale che non ha precedenti.

Poi però i segnali dello stato d'eccezione s'infittiscono. Avvisti il 69esimo reggimento corazzato della National Guard che presidia la Lexington Avenue. Le persone dei quartieri più "cool", da Chelsea a Soho, cominciano a preoccuparsi : Sono  al confine tra l'area A (evacuazione obbligatoria) e la zona B che è comunque a rischio.

Le tv sono bollettini di guerra già da quattro giorni e Irene cominciava  "un Armageddon al rallentatore", però con l'uragano alle porte di Manhattan i meteorologi emettono un verdetto implacabile. La psiche metropolitana incassa male quel che accade a metà giornata. È quando di colpo si fermano il metrò e gli autobus, i treni, gli aeroporti. Tutto era preannunciato 24 ore prima, è vero, tutto è giustificato (i treni vanno messi al riparo in zone sopraelevate, le gallerie saranno le prime a inondarsi), ma Bloomberg non aveva previsto quel che segue: è la capitolazione del Big Business.


Non è solo la chiusura di tutti i teatri di Broadway, di quasi tutti i ristoranti, coi turisti abbandonati in un coprifuoco spettrale. Sono i colossi della grande distribuzione che alzano bandiera bianca. Tutti vogliamo applicare i consigli della Protezione civile, a cominciare dal famoso "kit" che devono mettersi in casa per fronteggiare l'assedio della calamità naturale: torce elettriche, acqua potabile, medicinali, nastro adesivo per rinforzare le finestre, radio a pile, una riserva di banconote.


Tutte le catene della grande distribuzione battono in ritirata, ingressi sprangati. Incredibile, nessuno di questi giganti del capitalismo newyorchese ha pensato a un servizio di navette per i dipendenti. Parte una caccia disperata, a base di passaparola tra vicini di quartiere, e via di corsa dagli unici eroi del momento: i negozietti alimentari di quartiere, i pochi sopravvissuti di un'altra era, tutti in gestione a indiani, pachistani, portoricani. Code sterminate, ma cortesi, si snodano attorno a questi micro-imprenditori che miracolosamente hanno tutto, mele e banane, carta igienica e bibite, batterie e torce elettriche, ombrelli e galosce.

IRENE 2

Si svuotano  il Grand Central Terminal e Penn Station , le due stazioni leggendarie che sempre brulicano di passeggeri diventano due città-fantasma.
Dagli schermi televisivi  -  che t'inseguono nel negozio dove fai la fila per acqua e provviste  -  i messaggi si fanno sempre più minacciosi. Il capo della polizia di Long Island avverte che "abbiamo predisposto 20 rifugi, ma il migliore rifugio se potete è lontano da qui, il più lontano possibile, a casa di amici e parenti". La Protezione civile tuona maledizioni contro nella metropoli meno disciplinata di altre zone d'America: "Chi non obbedisce alle ordinanze di evacuazione obbligatoria è un irresponsabile, mette in pericolo non solo la propria vita ma quella del personale di soccorso: pompieri, poliziotti, medici rischieranno di morire per venirvi a tirare fuori dai guai".


Seguono le immagini dei volontari che ammassano sacchetti di sabbia lungo la East River, su uno degli argini che tenta di reggere al "muro d'acqua". Viene il dubbio che il nostro Bloomberg abbia studiato fin troppo la lezione di Katrina: a New Orleans alcune delle immagini del disastro vennero proprio dal Superdome, lo stadio-rifugio della vergogna.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :