La verità è che la TV che ci ha rovinati tutti. NCIS, CSI, New York Police Department e tantissime altre serie tv ancora hanno creato lo stereotipo del poliziotto americano invincibile, geniale, in grado di trovare il DNA dell’assassino partendo da una crosta di pizza smangiucchiata rinvenuta nel cassonetto di una crack house del Bronx che è stata portata lì da una pantegana che l’ha trafugata dal bidone di una pizzeria di Manhattan e che può provenire solo da lì perché quello è l’unico locale di tutta New York in cui servono la pizza alta meno di due centimetri. Perché il poliziotto americano è così: genio e dannazione. Perché il poliziotto americano medio è alcolizzato, spesso ha dei trascorsi tragici in famiglia, tipo la suocera che vent’anni prima è stata fatta fuori con una pinzetta per le sopracciglia da un killer che – guarda caso – è l’unico delinquente che il nostro eroe non ha mai trovato, mancanza che gli toglie il sonno da anni, perché non sa a chi mandare il biglietto di auguri a Natale. Il poliziotto americano sa fare tutto. Sa usare apparecchiature scientifiche talmente avanzate che nemmeno chi le ha inventate ha capito a che servono. Ha nozioni approfondite in fisica, biologia, chimica, archeologia, neurolinguistica e lievitazione naturale del panettone. Mette k.o. i nemici con dei pugni che manco Mazinga, a capocciate, a colpi di karate, Kung Fu e solletico sotto i piedi. Il poliziotto americano ha il brevetto da sub, da pilota di elicotteri, sa fare la manovra di Heimlich e il massaggio cardiaco meglio di un medico e sa far piegare a metà l’omelette con un solo, rapido movimento di polso. Il poliziotto americano non teme niente. NIENTE. Persino il colesterolo, che a forza di mangiar ciambelle a tutte le ore dovrebbe stroncarlo come un fuscello, teme lo sbirro yankee che, d’altra parte, come si sveglia la mattina si tracanna mezzo litro di succo d’arancia con tre tuorli d’uovo dentro.
E’qual è il poliziotto americano che più di tutti è avvolto da quest’aura di machismo? Il poliziotto di New York, ovviamente. E’per questo che degli scolari del Queens appena usciti dalla loro scuola elementare, erano così emozionati dalla visione di questo poliziotto tutto d’un pezzo che si arrampicava su un albero per portare giù un gattino che non riusciva più a scendere. Quell’uomo era in cima alla lista dei loro super-eroi preferiti. Almeno finché, una volta afferrato il micio, che nel frattempo era salito ancora più in alto, non è stato colto da violente vertigini ed è rimasto a sua volta bloccato sull’albero. Da solo, anche, visto che il gattino una volta raggiunto dall’agente di polizia è tranquillamente sceso da solo ed ha proseguito per la sua strada. Ora, rimaneva un poliziotto da far scendere dal’albero. Dopo non poca esitazione, la piccola folla che assisteva alla scena è stata costretta a chiamare un’altra icona newyorkese.
“Vigili del Fuoco, buongiorno.”
“Sì, ecco, vede, serve un intervento da parte vostra, sa com’è, c’era questo gattino che…”
“Oh, sì, come al solito. Mai che questi gatti riescano a scendere da soli…”
“No, mi faccia finire, le dicevo che questo gattino…”
“Sì, ho capito, prendiamo la cestina, una ciotola di latte e una copertina per avvolgercelo e arriviamo. E’un cucciolo? La mamma è lì?”
“Guardi, avrà circa 40 anni, se la mamma è qui di certo si guarda bene dall’ammettere che è lei la genitrice e più che il latte servirebbe un whiskey. Doppio!”
“In che senso, scusi?”
“Sull’albero c’è un poliziotto che non riesce a scendere!”
“Oh, questa sì che è nuova. Nessun gatto, dunque?”
“Non più, è sceso.”
“Ah. “
“Però, guardi, faccia la cortesia, si sta sbracciando per chiedermi di riferirvi di esser discreti…sa com’è…”
“Si figuri, ma le pare?”
Comunque, i pompieri sono accorsi a portare in salvo il poliziotto, che pare che veramente li abbia supplicati di non spargere la voce in giro.
Mi pare di capire che i Vigili del Fuoco di New York abbiano tante qualità, ma non la discrezione…