A rischio la politica sulla sicurezza sviluppata da Apple
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Apple Inc., nota azienda statunitense, ha sempre creato sistemi operativi sicuri e il più possibile protetti da possibili attacchi malevoli. In particolare, Apple ha cercato di garantire da sempre un livello altissimo di privacy ai propri utenti. Adesso, queste politiche sono seriamente a rischio.
Infatti, un nuovo disegno di legge proposto nello stato di New York, si propone di obbligare i produttori di smartphone, come l’iPhone, a implementare un metodo che consente alle forze dell’ordine di accedere con facilità ai dati integrati. Infatti, come prevede il disegno di legge in fase di approvazione:
qualsiasi smartphone fabbricato a partire dal 1° Gennaio 2016, e venduto o dato in comodato d’uso nello stato di New York, dovrebbe poter essere decrittografato e sbloccato dal produttore o dal fornitore del sistema operativo
Se la legge verrà violata, sarà prevista una multa da 2.500 dollari per ogni dispositivo coinvolto. Tim Cook, CEO di Apple, grande sostenitore della privacy per gli utenti, ha in più occasioni spiegato di essere contrario alla legge. Infatti, Apple usa metodi di crittografia efficaci, senza backdoor, proprio per non compromettere le protezioni. Secondo Cook, il nuovo disegno di legge facilita l’accesso ai dati a eventuali cyber-criminali, ma non consente l’accesso diretto ai governi.
Per il momento, Google e Apple non dispongono delle chiavi di cifratura di iOS e Android e non possono accedere ai dispositivi che vengono venduti agli utenti. La legge, ancora in via di approvazione, è supportata anche da David Cameron, Primo Ministro britannico. Se verrà accettata, si potrebbe diffondere in molti altri paesi occidentali e in Europa.
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