Foglia - Marco Ferreri
La mostra monografica di Marco Ferreri, allestita alla Triennale di Milano e aperta fino al 6 gennaio 2011, è l’occasione per ripercorrere il lavoro artistico di uno che ha saputo cimentarsi nei campi più diversi, dal design alla grafica, dall’architettura alla performance.
Progettarepensieri, questo è il titolo della mostra, è una selezione delle più importanti creazioni di Ferreri, e in aggiunta alcuni progetti inediti realizzati per questo evento.
“Usciamo tutti uguali, poi è un fatto di condizioni ambientali. La fantasia ha bisogno di un territorio di sviluppo, credo che essere figlio di un pasticciere e avere visto come si possano ottenere cose diversissime usando sempre gli stessi ingredienti: farina, acqua, uova… e aggiungendo piccole cose, sviluppi la fantasia. Ma non penso che passare la vita a contare banconote, per esempio, la inibisca”: in questi termini Ferreri parla della fantasia, sempre al centro del suo percorso artistico. La fantasia è qualcosa da coltivare e ordinare, e per farlo è necessario pensare e progettare.
Progettare pensieri, che non a caso è il titolo della mostra, significa spostare lo sguardo, guardare le cose con una inedita angolazione: “Sta a noi, attraverso l’esercizio del pensiero che può aiutarci a leggere in modo diverso e un po’ più aperto i bisogni reali delle persone, spostare lo sguardo. Non continuare a pensare che abbiano – o credano di avere – bisogno soltanto di vestiti, gioielli eccetera. Tutto diventa sempre più sottile, impalpabile, dai cellulari del futuro ai tessuti, la gente sta tentando di eliminare la parola pesante dagli oggetti che la circondano. Mi chiedo se non sia il caso di cominciare a progettare pensieri”. Per questo, per Ferreri, fare design significa lavorare per sottrazione: guardare alle cose ed eliminarne il superfluo, ma non il pesante, scolpirle per alleggerirle sì, ma per renderle essenziali. E la fantasia si esercita proprio su questi nuovi oggetti, spogliati della loro originaria pesantezza per acquisirne una nuova, e che si prestano a uno sguardo “spostato”, capace di ordinare e progettare.