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NEWS. Finte nature – Museo di Arte Contemporanea e del Novecento Mac,n – sabato 21 settembre 2013

Creato il 16 settembre 2013 da Golfpeople

NEWS. Finte nature – Museo di Arte Contemporanea e del Novecento Mac,n – sabato 21 settembre 2013Comune di Monsummano Terme - Assessorato alla Cultura

Museo di Arte Contemporanea e del Novecento – Mac,n

Colloqui

Finte nature

Una nuova scena artistica Toscana

a cura di Giacomo Bazzani
21 settembre 17 novembre 2013

Filippo Basetti, Lisa Batacchi, Francesca Catastini, Federico Cavallini, Vittorio Cavallini, Leone Contini, Michele Dantini, Federico Gori, Filippo Manzini, Silvia Noferi, Olga Pavlenko, Maria Pecchioli, Massimo Ricciardo, Eva Sauer, Trial Version, Justin Randolph Thompson, Enrico Vezzi.

Inaugurazione

sabato 21 settembre 2013 ore 18.30

Diciassette artisti e gruppi raccontano con opere inedite una nuova scena artistica toscana. Decostruendo i miti del nostro tempo – le finte nature -, gli artisti testimoniano un nuovo approccio allopera ed al suo contesto. La mostra, articolata in 4 sezioni/miti del nostro tempo (economia, pubblico, luogo, legami), occuperà gli spazi del Museo e della cittࠣon installazioni, performance e progetti partecipativi.

Se ogni tempo vive dei suoi miti, che sono necessari per creare una storia comune, quando diventano fatti naturali acquistano una propria autonomia ed un proprio potere. Cioè prima appariva fatto dagli uomini, e quindi modificabile, appare poi scontato e stabile…

Il libero mercato, i confini, i diritti (e la loro mancanza), la famiglia, la natura incontaminata, ecc. sono alcuni dei miti del nostro tempo che stanno segnando un periodo storico (un epist, direbbe Foucalut), e che ne stanno condizionando gli sviluppi e la vita stessa di tanti individui. Ipossibile perdere il lavoro, la casa  ed i mezzi di sostentamento, semplicemente perché il mercato sta facendo il proprio corso, apparendo tutto come scontato e naturale; uno Stato può fallire mantenendo i propri confini geografici ed il proprio capitale umano; la tecnica può produrre sostanze tossiche resistenti nellambiente per secoli in nome dellautonomia della scienza; e, ad un livello pi quotidiano, fino a che punto il legame familiare è un valore in se? Oppure, quanto un luogo pubblico può essere davvero pubblicamente utilizzato e modificato?

Attaccando i miti del nostro tempo, la nostra propria natura collettiva, gli artisti in mostra tratteggiano una forma contemporanea di pratiche artistiche. Oltre le secche di un intimismo di maniera diffuso nella regione negli anni passati, ripensano il rapporto tra le cose ed i luoghi, le persone ed i loro legami, la partecipazione e la libertࠩn maniera attuale e disillusa. Se non a tuttoggi descrivibile un altrove, una terra promessa, un Eden da raggiungere; le opere in mostra non si adagiano sullo status quo, nè impiegano celebrando un nuovo, anchesso mitico, Io creatore. Cercano piuttosto di decostruire questi miti contemporanei che stanno creando evidenti contraddizioni e barriere

Uno dei miti pi forti risiede forse nel primato delleconomia sulle altre sfere del sociale e del suo corrollario del libero mercato. Ƞormai diventato una legge superiore, capace di dare un ordine allo spazio urbano ed anche alla natura stessa. Trial VersionLeone ContiniMassimo Ricciardo riattivano gli spazi dismessi del commercio nel centro cittadino a seguito della crisi economica, per farne luoghi per la progettazione di un nuovo futuro sostenibile; Eva Sauer rappresenta questo presente-in-crisi a partire dai racconti dei bambini della ludoteca cittadina. Federico Cavallini ne fa invece unoccasione di riflessione sui microprocessi di trasformazione del paessaggio naturale e urbano: gli scarti raccolti nei filtri delle lavanderie di diversi quartieri cittadini, diventano tele giࠤipinte di colori necessariamente diversi, sintomi e prodotti di macro-processi sociali.

Un mito utopico invece ben chiaro e definito nellopera Eclissi di Maria Pecchioli; una serie diapositive, trovate negli archivi di famiglia, scattate dal nonno in Piazzale Michelangelo a Firenze e rappresentanti uneclisse solare di fine anni 60. Un mito di conquista ed un sogno da raggiungere, che diventa un gioco sbiadito di tessere da riordinare; ma che comunque rappresentano un pubblico definito e conscio di sé e delle proprie speranze e ambizioni condivise. Un mito che sfuma nellindefinito e nellillusorio nella libreria utopica di Enrico Vezzi: la creazione di un archivio in progress delle utopie depotenzia il valore di ogni singola utopia, mostrandone però casi la necessaria presenza. Un pubblico invece omogeneo e disciplinato, ma proprio per questo assurdo e impossibile, narrato nell’opera di Filippo Basetti. Un progetto architettonico per la Piazza del Popolo di Monsummano taglia in due la piazza, sottraendola alle auto con uno pseudo-colonnato fatto di piccoli archi, sotto ai quali il popolo, uguale e diverso, passa singolarmente e di profilo. Uguaglianza o omologazione pubblica?

Luoghi omologati e di facile consumo, in cui i caratteri, le funzioni ed i possibili usi sembrano gi࠳critti ed incontrovertibili. Filippo Manzini cerca di sovvertire questi ordini spaziali ed architettonici, tecnici ed ergonomici, gi࠳critti deviando lattenzione e gli usi degli spazi museali. Forme del non dire e materiali pre-antropizzati, presenti nel lavoro di Vittorio Cavallini, riportano la relazione con le cose ad uno stadio pre-istituzionale e pseudo-sensibile, dove le cose ridiventano problematiche e i discorsi su di esse ambigui. Unambiguit࠳torica e antropologica invece quella presente nei disegni di Michele Dantini, i cui rimandi formali ed iconologici si perdono tra passato e presente; oppure quella del lavoro di Justin Randolph Thompson: lopera, pensata per le ex-cucine della servit nel piano seminterrato della Villa, si confronta con il passato coloniale del luogo e con le memorie storico-politiche del suo proprietario Ferdinando Martini. Luoghi che faticano a dirsi delluomo o della natura come nella serie Sottovetro di Silvia Noferi: paesaggi toscani antropizzati confondono il limite tra natura e cultura, e vi inseriscono prepotentemente losservatore come terzo ospite scomodo. Terzo protagonista che esce dalla diatriba natura-cultura nellopera di Federico Gori: la separazione è continuamente ricucita e mediata grazie al lavoro dellartista, che tesse continuamente unimmagine di natura originaria ma giࠡntropizzata, terribile ma dominata. Una tessitura che media e smorza, rievoca ma nega allo stesso tempo.

Il lavoro di affermazione e negazione simultaneo è anche al centro dellopera di Olga Pavlenko: un passato che mostra i suoi legami al presente nei simboli e nei riti, in cui lesperienza diventa un flusso continuo di valori e miti che ricordano allo spettatore la necessitࠤi scelta. Scelte racchiuse anche in legami transitori, come quelli realizzati da Lisa Batacchi che invita i cittadini a momenti conviviali durante i quali realizzare ritratti reciproci senza mai abbassare gli occhi sul foglio. Ne risulta una cità fatta di legami effimeri eppure intensi e partecipati. Intensi come i legami che vivono ma nascondono le famiglie ritratte negli scatti fotografici di Francesca Catastini, che ritrae le famiglie di Monsummano nei luoghi loro familiari, lasciando che le persone si mettano in posa, e partecipando lei stessa nella messa in scena familiare. Una natura messa in scena, finta ma vera, reale perchèostruita, ma autentica, in quanto vissuta.

EVENTI COLLEGATI

26 ottobre 2013, ore 16

Come se lo facessimo noi

Dialoghi tra arte e sociologia intorno al pensiero di Bruno Latour
Partecipano gli artisti della mostra Finte nature e i membri del seminario sul pensiero di Bruno Latour attivo presso il Dipartimento di Scienze Politiche dellUniversitࠤi Firenze coordinato dal Prof. Marco Bontempi

Colloqui si pone quale strumento di sviluppo e valorizzazione del patrimonio culturale delMuseo di arte contemporanea e del Novecento e del territorio circostante, attraverso mostre e incontri. Levento e la pubblicazione del volume sono inseriti nel Piano della Cultura coordinato e sostenuto dalla Provincia di Pistoia e dalla Regione Toscana.

Orario:

lunedì, giovedì, venerdì, 15.30 – 18.30 (ora solare) 16.00 – 19.00 (ora legale); mercoled젹.30 – 12.30

sabato e domenica  9.30 – 12.30 /15.30 – 18.30 (ora solare) 16.00 – 19.00 (ora legale); Chiuso il martedì/span>

Mac,n Museo di arte contemporanea e del Novecento

Villa Renatico Martini

Via Gragnano, 349 – Monsummano Terme (PT)

tel. e fax 0572 952140

www.macn.it

email: [email protected]


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