40 anni fa, a New York, andava in scena la prima di “
Trash”, secondo segmento della Trilogia di Paul
Morrissey. In quelle stesse ore
Janis Joplin moriva di overdose nella stanza di un motel, a
Hollywood. La versione italiana del film sarebbe stata supervisionata da due collaboratori d’eccezione:
Dacia Maraini e Pier Paolo Pasolini, sceneggiatore del film a cui più di tutti si era ispirato Morrissey per "Flesh", "La giornata balorda" di Mauro Bolognini. L’anniversario morrisseyano rischia ingiustamente di passare inosservato, nonostante
il fatto che proprio Paul Morrissey, soltanto un mese fa, è tornato a presentare, in Italia, nella sezione “Orizzonti” della scorsa mostra del cinema di
Venezia un suo nuovo lavoro. “News from nowhere” è l’ultima tappa in ordine di tempo di un percorso artistico unico, che ha segnato l’immaginario e la cultura pop del secolo scorso e che ha scritto una pagina importantissima nella storia del cinema. La “Rarovideo”, qualche tempo fa, ha dedicato uno splendido cofanetto di 4 dvd alla trilogia Flesh-Trash-Heat. Riguardare oggi questi film, girati tra il 1968 e il 1972, è come aprire una
time-capsule spalancando lo sguardo su qualcosa che mai il cinema come linguaggio e mezzo espressivo aveva osato prima. E che nessuno sarebbe riuscito a “imitare” dopo. La trilogia di “Little Joe” D’Alessandro, è qualcosa di più che un pezzo di (grande) cinema. E’ l’affresco di una straordinaria, vitalissima civiltà metropolitana, oggi scomparsa sotto la falce delle epidemie di HIV degli anni 80 e le ondate politiche repressive degli stessi anni. E’ il documento di una indagine antropologica e sociologica senza precedenti, condotta con assoluto rigore espressivo da Paul Morrissey e con un occhio disilluso ma fortemente carico di affetto verso i protagonisti dei suoi film. E’ la testimonianza di un modo di fare cinema oggi forse impraticabile, a bassissimo costo, girato “il sabato pomeriggio” lasciando ad attori presi dal marciapiede la quasi totale possibilità di improvvisazione. Da allora il mondo è cambiato parecchio. In peggio, secondo Paul Morrissey. Il mondo è diventato più cattivo, più egoista ed ognuno si è ritrovato più solo, rispedito ai confini di un
nowhere situato sulla scogliera dell’indifferenza, dove ormai soltanto il degrado di ogni forma di umanità sembra avere diritto di soggiorno. Chissà se Morrissey prima o poi manterrà la promessa di girare il quarto capitolo dalla serie: quello in cui Joe Dalessandro e Holly Woodlawn sono due super-nonni costretti a badare ai nipotini, figli di genitori assenti in preda alla tossicodipendenza e all’alienazione. Come due autentici
survivors.