Uno studio condotto dal Ponemon Institute ha scoperto che le spese per contrastare i crimini informatici sono aumentate rispetto allo scorso anno.
Lo studio, finanziato da Hewlett-Packard, ha evidenziato che il costo medio per contrastare i crimini informatici, sulla base di 50 organizzazioni analizzate, è stato di 5,9 milioni di dollari di media annuale, con variazioni da 1,5 a 36,5 milioni di dollari. Lo scorso anno il costo medio era stato di 3,8 milioni di dollari. La grande spesa di denaro è dovuta alle minacce, accertamenti, indagini e poi il contenimento e recupero dei dati.
In termini di gestione delle minacce, lo studio ha rilevato che il tempo medio per affrontarne una è di 18 giorni con un costo medio di 416mila dollari contro un tempo medio di 14 giorni e 250mila dollari di spesa dell’anno scorso. Sono aumentati anche gli attacchi che hanno avuto successo, in quattro settimane di prova ne sono stati portati a termine 72 con un aumento del 45% rispetto allo scorso anno. Tom Reilly, vice presidente e general manager di HP ha dichiarato:
I casi di crimini informatici sono aumentati sia in frequenza che in raffinatezza con un grande impatto per la salute finanziaria delle aziende. Le aziende nei settori più bersagliati sono riuscite a ridurre l’impatto grazie all’aumento dei livelli di guardia con le nuove tecnologie di protezione che lasciano ben sperare nella lotta contro questi criminali informatici.
Nello studio del Ponemon Institute è emerso che i crimini informatici più comuni consistevano in malware e che i dispositivi erano stati compromessi grazie al furto di password. I criminali informatici, quest’anno, hanno rivolto le loro attenzioni verso le aziende di grandi dimensioni e di alto profilo tecnologico come Sony, Nintento, Sony Ericsson oltre a vari enti governativi.
Via | CNet