TECNICA (Salvador). Neymar, ma non solo; o forse sì. E’ questo l’enigma più grande che sta accompagnando questa avventura pre-Mondiale della Nazionale brasiliana. O meglio, quello tecnico, perché di motivi per distrarsi e cercare risposte là fuori ce ne sono eccome, con un popolo per la prima volta più attratto dai problemi che minacciano il paese che dal correre dietro a una palla che qui ha sempre trovato esaltazione e che qui, con gli scenari di cui si parla, rischia di bucarsi.
Purtroppo o per fortuna, però, la Selecao mantiene nonostante le mille difficoltà quei connotati di gioia e spensieratezza che ne hanno tracciata la storia, e quindi a questo copione tocca far fede.
Anche grazie a Neymar da Silva Santos Júnio, il simbolo di una squadra che con Felipe Scolari sembra aver trovato il bandolo della matassa dopo annate di inedito grigiume sorte proprio dopo la sua dipartita.
Più europeo, Scolari, dei suoi predecessori, più razionale nel dare una bella registrata a un comparto difensivo che denotava più buchi lui del gruviera. Non un’impresa in realtà, quando puoi contare sul talento e la maturità di Thiago Silva, capitan presente e capitan futuro, l’uomo che per molti anni ancora a Milanello rimpiangeranno. Dietro di lui Julio Cesar, il pupillo di Scolari, nonostante un’annata deludente terminata con la retrocessione dei Queens Park Rangers in Championship, una categoria che col fischio lui vivrà (si parla di un possibile ritorno in Italia, stavolta dalle parti del Tevere, presente…?).
David Luiz e Marcelo sono forse i punti deboli di una difesa che ha comunque stupito lo stesso Ct verdeoro per affidabilità e solidità: il centrale del Chelsea lo si attende ancora al definitivo salto di qualità, mentre il terzino sinistro tutto ritmo e peperoncino può essere messo a dura prova da una tambureggiante pressione nella zona di sua competenza. Niente da dire, invece, su Dani Alves dall’altro lato, tanto di cappello.
Le novità del secondo mandato di Scolari sono tante anche a centrocampo, soprattutto a centrocampo. Due uomini davanti alla difesa come nel più moderno degli atteggiamenti tattici: uno che fa legna, il Bayern Luiz Gustavo, uno che dà qualità, il “profeta” Hernanes, più arretrato rispetto a quanto è abituato a fare nella Lazio.
Lì davanti, un attacco che rispolvera antichi sapori, magari proprio risalenti a quel Mondiale 2002 conquistato dal bravo Felipe. Da destra verso sinistra: Hulk, potente e veloce, Neymar, sul quale già tutto si è detto ma dal quale sempre molto ci si aspetta e ci si aspetterà, Oscar, delizioso genio blues al servizio di chi fa più “rumore” di lui. Davanti a tutti, Fred, che è forse il meno pubblicizzato degli attaccanti verdeoro ma su cui Scolari ha dimostrato fin dal momento del suo insediamento una grandissima fiducia.
Beh, certo, poi in panchina ci sono Paulinho, Lucas, Jo, giusto per citarne altri tre.
Insomma, una gran bella squadra, chiamata per la prima volta a riportare il calcio al centro dell’attenzione popolare. Chi l’avrebbe mai detto.