È accaduto ieri. All'uscita dall'ultima seduta del consiglio regionale della Lombardia, quello che passerà alla storia come la combriccola degli Ovetti Kinder, un giornalista ha inavvertitamente sfiorato una tetta over size (dopo il gonfiamento artificiale) della consigliera Nicole Minetti. Evidentemente non conscia del suo recente passato di lap-danseuse, Nicole si è sentita offesa e violata da un gesto non voluto, e, secondo noi, neppure sperato. Il solo pensiero che quelle tette siano state preda, e motivo di sollazzo, del più luciferino dei presidenti del consiglio di questo paese, ci metterebbe addosso un'ansia da prestazione che manco a dirlo, però, così va il mondo. Il leit-motiv del passato regime silviesco è stato la “rimozione”, o quell'assunto esistenzial-psicologico più noto con il termine “oblio”. Non è un caso che il tema di Natale di UT, la rivista che dirigo e che presenteremo questo pomeriggio in una romantica sala da te, sia proprio l'oblio, quel processo mentale che, una volta attivato, consente di rimuovere tutto ciò che non riteniamo debba essere conservato. Una specie di filtro depuratore che spesso è essenziale mettere in moto, per non soccombere sotto le macerie delle nostre più intime delusioni. Dimenticare chi siamo e da dove veniamo, è stato l'imperativo categorico di un governo che ha tentato di farci dimenticare, nell'ordine: la Resistenza, l'antifascismo, la Costituzione nata da un regime e da una guerra terribile, le lotte operaie e contadine, la scuola di tutti e per tutti, la nostra Storia antica e le nostre radici culturali, la consapevolezza di essere cittadini in possesso di diritti (e di doveri), il nostro essere contribuenti e, infine, di essere anche individui in grado di intelligere, di pensare, di ragionare, di scegliere. La demolizione scientifica dell'essere “italiani”, parte quindi di una comunità che non finisce davanti al televisore, è stato il compito che la politica di Silvio ha assolto, ponendo in essere tutta una serie di atti che in qualsiasi altro paese del mondo avrebbero portato a una rivoluzione cruenta. Se da noi non è accaduto è perché trentanni di lavaggio del cervello, sistematico e calendarizzato, hanno dato frutti inequivocabili e succosi, traducibili in “Suv per tutti”, “tre telefonini a testa”, “troppe tasse, meglio evadere”, “comandare è meglio che fottere”, “fottere è meglio che guardare”, “un cinepanettone è meglio di Amarcord”, “la scoreggia è meglio di mille parole”, “un rutto è liberatorio”, “il vaffanculo, terapeutico”. C'è voluto poco, per milioni di italiani cresciuti a tette e culi e barzellette sconce, compiere il passo decisivo verso l'annullamento di se stessi ed entrare prepotentemente nel mondo delle favole e dei sogni di Silvio, perché la bravura dell'Imperatore, è stata quella di far credere a tutti che la vita fosse facile e a portata di mano. Non è un caso che perfino le previsioni del tempo sulle reti Mediaset, dessero sempre “sereno su tutta la penisola”, anche quando alle spalle del metereologo campeggiava una cartina con le nuvole nere e i fulmini disegnati. Siamo stati tutti travolti da un mondo che non esisteva, dopo essere stati completamente sradicati dalla nostra vita reale. Per anni, dire di fare l'operaio, ha comportato una sorta di devastante emarginazione sociale, perché tutti gli altri erano giovani rampanti in giacca a cravatta e pantaloni a tubino, il Silvio-look, insomma, mentre le tute blu rappresentavano un fenomeno antistorico. Inutile poi lamentarsi che sia scomparso il concetto di “classe operaia”, perché Silvio ha fatto in modo che non esistessero più né la classe né gli operai... e tutti in vacanza a Malindi. Lo stesso è accaduto con il movimento femminista, ridotto a gruppo di pressione tanto radical-chic da non essere più preso in considerazione, mentre le donne (ma solo quelle belle, giovani e disponibili), entravano a far parte di diritto degli arem mercimoniosi dei nuovi ricchi. L'oblio ha avvolto con le sue tenebre non solo la nostra Storia, ma anche i personaggi che la nostra Storia hanno reso grande. E tutto per inseguire un culto idolatra che ha portato gli italiani a diventare un popolo di voyeur nella sala della lap-dance di Berlusconi. Sarà difficilissimo far tornare la memoria alle vittime dei riti sacrificali dei Verdini, dei Dell'Utri, dei Bonaiuti, dei Letta, e altrettanto difficile sarà riprendere in mano la nostra dignità, perché solo di questo stiamo parlando, di dignità.Magazine Politica
Nicole Minetti: “Smetti di toccarmi le tette”. E il giornalista svenne dalle risate. La teoria perversa dell'oblio.
Creato il 20 dicembre 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti
È accaduto ieri. All'uscita dall'ultima seduta del consiglio regionale della Lombardia, quello che passerà alla storia come la combriccola degli Ovetti Kinder, un giornalista ha inavvertitamente sfiorato una tetta over size (dopo il gonfiamento artificiale) della consigliera Nicole Minetti. Evidentemente non conscia del suo recente passato di lap-danseuse, Nicole si è sentita offesa e violata da un gesto non voluto, e, secondo noi, neppure sperato. Il solo pensiero che quelle tette siano state preda, e motivo di sollazzo, del più luciferino dei presidenti del consiglio di questo paese, ci metterebbe addosso un'ansia da prestazione che manco a dirlo, però, così va il mondo. Il leit-motiv del passato regime silviesco è stato la “rimozione”, o quell'assunto esistenzial-psicologico più noto con il termine “oblio”. Non è un caso che il tema di Natale di UT, la rivista che dirigo e che presenteremo questo pomeriggio in una romantica sala da te, sia proprio l'oblio, quel processo mentale che, una volta attivato, consente di rimuovere tutto ciò che non riteniamo debba essere conservato. Una specie di filtro depuratore che spesso è essenziale mettere in moto, per non soccombere sotto le macerie delle nostre più intime delusioni. Dimenticare chi siamo e da dove veniamo, è stato l'imperativo categorico di un governo che ha tentato di farci dimenticare, nell'ordine: la Resistenza, l'antifascismo, la Costituzione nata da un regime e da una guerra terribile, le lotte operaie e contadine, la scuola di tutti e per tutti, la nostra Storia antica e le nostre radici culturali, la consapevolezza di essere cittadini in possesso di diritti (e di doveri), il nostro essere contribuenti e, infine, di essere anche individui in grado di intelligere, di pensare, di ragionare, di scegliere. La demolizione scientifica dell'essere “italiani”, parte quindi di una comunità che non finisce davanti al televisore, è stato il compito che la politica di Silvio ha assolto, ponendo in essere tutta una serie di atti che in qualsiasi altro paese del mondo avrebbero portato a una rivoluzione cruenta. Se da noi non è accaduto è perché trentanni di lavaggio del cervello, sistematico e calendarizzato, hanno dato frutti inequivocabili e succosi, traducibili in “Suv per tutti”, “tre telefonini a testa”, “troppe tasse, meglio evadere”, “comandare è meglio che fottere”, “fottere è meglio che guardare”, “un cinepanettone è meglio di Amarcord”, “la scoreggia è meglio di mille parole”, “un rutto è liberatorio”, “il vaffanculo, terapeutico”. C'è voluto poco, per milioni di italiani cresciuti a tette e culi e barzellette sconce, compiere il passo decisivo verso l'annullamento di se stessi ed entrare prepotentemente nel mondo delle favole e dei sogni di Silvio, perché la bravura dell'Imperatore, è stata quella di far credere a tutti che la vita fosse facile e a portata di mano. Non è un caso che perfino le previsioni del tempo sulle reti Mediaset, dessero sempre “sereno su tutta la penisola”, anche quando alle spalle del metereologo campeggiava una cartina con le nuvole nere e i fulmini disegnati. Siamo stati tutti travolti da un mondo che non esisteva, dopo essere stati completamente sradicati dalla nostra vita reale. Per anni, dire di fare l'operaio, ha comportato una sorta di devastante emarginazione sociale, perché tutti gli altri erano giovani rampanti in giacca a cravatta e pantaloni a tubino, il Silvio-look, insomma, mentre le tute blu rappresentavano un fenomeno antistorico. Inutile poi lamentarsi che sia scomparso il concetto di “classe operaia”, perché Silvio ha fatto in modo che non esistessero più né la classe né gli operai... e tutti in vacanza a Malindi. Lo stesso è accaduto con il movimento femminista, ridotto a gruppo di pressione tanto radical-chic da non essere più preso in considerazione, mentre le donne (ma solo quelle belle, giovani e disponibili), entravano a far parte di diritto degli arem mercimoniosi dei nuovi ricchi. L'oblio ha avvolto con le sue tenebre non solo la nostra Storia, ma anche i personaggi che la nostra Storia hanno reso grande. E tutto per inseguire un culto idolatra che ha portato gli italiani a diventare un popolo di voyeur nella sala della lap-dance di Berlusconi. Sarà difficilissimo far tornare la memoria alle vittime dei riti sacrificali dei Verdini, dei Dell'Utri, dei Bonaiuti, dei Letta, e altrettanto difficile sarà riprendere in mano la nostra dignità, perché solo di questo stiamo parlando, di dignità.Possono interessarti anche questi articoli :
-
animali e padroni
La questione degli uffici che per fare i moderni hanno uno o più animali domestici è controversa e ogni volta occorre fare attenzione a non urtare la sensibilit... Leggere il seguito
Da Plus1gmt
SOCIETÀ -
La stirpe dei Maroniti/2
Pubblichiamo la seconda parte dell'inchiesta de l'Espresso sul "maronismo" LA GRANDE NEMESI SUDISTA - Bobo, il capo dei barbari sognanti contro la... Leggere il seguito
Da Tafanus
POLITICA, SATIRA, SOCIETÀ -
alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 29.06.15
Christian Raimo, “Dalla parte dei greci, subito”: Perché molti giornalisti trattano questo tema con indifferenza se non con sarcasmo? Leggere il seguito
Da Plus1gmt
SOCIETÀ -
Regione Lombardia, via libera in Commissione Sanità alla riforma della...
Sull’allegato astenuti Forza Italia e Fratelli d’Italia: istituite 9 Agenzie di Tutela della Salute e 22 Aziende Socio Sanitarie Territoriali. Le 15 Aziende... Leggere il seguito
Da Stivalepensante
SOCIETÀ -
Bartleby, lo scrivano di Herman Melville
Un piccolo racconto, meraviglioso. Pubblicato anonimo nel 1853. Un avvocato ha nel suo studio di Wall street due dipendenti che svolgono la mansione di scrivani... Leggere il seguito
Da Kaosblu
SOCIETÀ -
La stirpe dei Maroniti/1
L'Espresso in edicola pubblica una lunga inchiesta sul "maronismo". Il maronismo non ci farà rimpiangere certo il "formigonismo"; ma considerando che Formigoni... Leggere il seguito
Da Tafanus
POLITICA, SATIRA, SOCIETÀ -
Pavimenti laminati: tutto quello che c’è da sapere
La sostituzione di un vecchio pavimento a piastrelle con una superficie in legno rappresenta un'esigenza estetica comune, spesso dettata dalla necessità... Leggere il seguito
Da Nicolasit
LIFESTYLE




