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Nicoletta Salvatori, Tra i monti di marmo

Da Paolorossi

Solo un "carrarino" purosangue la può recitare: è una vecchia poesia in dialetto stretto e racconta la vera storia della nascita delle Apuane e del loro bianco cuore di marmo.

La colpa o forse il merito, fu di un angelo un po' scansafatiche, insofferente a ordine e disciplina, incaricato da Dio di plasmare gli Appennini mescolando materiali diversi contenuti in grossi sacchi che dovevano portarsi appresso.

Brontolando tra sé, l'angelo, sorvolato ormai quasi tutto lo stivale, decise di concedersi un sonnellino proprio sulla piana di Carrara. Ma aveva sprimacciato la nuvola che doveva servirgli da cuscino quando, ripreso da un "collega", si alzò di scatto facendo cadere l'intero sacco di uno dei materiali più pregiati: il marmo.

Nacquero così, da un angelo maldestro e forse anche un po' anarchico, le cime aguzze, i fianchi taglienti, i picchi e i canaloni di un piccolo gruppo di monti che si ergono fieri e selvaggi a pochi chilometri dal mare. Certo il Signore, sul momento si inquietò ma poi, vedendo quelle pendici brillare come se fossero d'argento, si consolò pensando che da lì potevano nascere le statue più belle che l'avrebbero glorificato negli secoli.

Così Carrara racconta favoleggiando le sue origine e svela lo spirito della sua gente un po' eretica, un po' individualista, pronta alla critica come al perdono, libertaria e insofferente a ogni "autorità costituita", ospitale, gentile eppure dura e fatta a spigoli aguzzi come i blocchi che si staccano dalle cave delle montagne incombenti sulla città.

Il marmo lo si "respira" nell'aria: parte predominante del paesaggio naturale e antropico, entra direttamente o indirettamente in quasi tutte le attività, è materia ed è cultura. Si narra che Michelangelo volesse scolpire un'intera monatagna e realizzare una statua gigantesca che fosse faro ai naviganti, ottava meraviglia del mondo, ma queste montagne sono già un'immane scultura così tormentate da millenni di escavazioni eppure ancora indomite. [...]

( Nicoletta Salvatori, "Tra i monti di marmo" , pubblicato su Airone N. 36, Aprile 1984 )

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