in questi giorni di commemorazioni non potevo non scrivere una lettera.
Spesso mi ritrovo a parlarevi tra le mura della nostra casa ,ma scrivere è un’altra cosa.
E’ scavare denstro a se stessi, è rigirare il coltello deltro alle ferite, è guardare dentro e fuori contemporaneamente.Spesso fa male.
E’ come fermare il tempo per un attimo e riflettere ,guardando oltre la realtà nuda e cruda.
Sono sempre piena di speranze. Non ho perso il mio senso della leggerezza.Spesso mi ritrovo a sorridere anche di me stessa.Si stupiscono in molti di questa mia capacità.
Ma in fondo credo che sia un antidoto per non sentire sulla mia pelle il senso di vuoto che mi circonda.
Ho conosciuto molte persone in questo ultimo periodo.
La mia vita si è riempita di tanti interessi,di piccoli passi in un futuro possibile e probabile.
Purtroppo la realtà è diversa dai sogni.
Nonostante tutto credo che la parola “niente” sia la descrizione piu’ realistica di cio’ che sto vivendo.
Costruire qualcosa dal nulla non è facile.Spesso ci si perde. Bisogna tenere ben tesi i fili di quella corda invisibile che ci matiene in equilibrio.
Camminare su di filo tra la terra ed il cielo è cio’ che sto facendo.
E cadere da un momento all’altro è possibile.
Di tutto cio’ che sto cercando di costruireniente”niente” è ancora ben definito.
Solo dopo si puo’ sapere .
Il mio” niente” puo’ essere rappresentato da un vaso colmo di terra con un piccolo seme messo all’interno.
L’autunno è cominciato,poi ci sarà l’inverno e solo a primavera ,di solito, si possono vedere spuntare le prime gemme , se tutto va bene.
Dovro’ curare con amore il mio vaso ed aspettare con pazienza.
In fondo la natura ci insegna.
Che la terra ,almeno per voi, vi sia lieve.
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