Magazine Fotografia

Niente di nitido sul fronte occidentale

Da Marcoscataglini
Niente di nitido sul fronte occidentale
Per più di cento anni, la massima aspirazione dei fotografi è stata la nitidezza assoluta. Fior di esperti si sono applicati a migliorare le qualità ottiche dei vetri,poi delle lenti e infine degli obiettivi. Decennio dopo decennio, se ne sono realizzati modelli in grado di risolvere sempre più linee per millimetro. I discorsi degli appassionati di fotografia, specie dopo gli anni '70, somigliavano in modo imbarazzante a quelli che gli adolescenti di sesso maschile fanno nei bagni della scuola in merito alla lunghezza del pisello: "il mio obiettivo risolve molte più linee per millimetro del tuo, guarda qua!", "ma scherzi? Il mio è uno Zeiss: guarda che nitidezza, altro che il tuo fondo di bottiglia!" e via vaneggiando. Si fotografavano mire ottiche su pellicole ortocromatiche da 25 Iso, e si analizzavano al microscopio i negativi alla spasmodica conta delle barrette che avrebbero decretato se il nostro tele -con i grandangoli si era più indulgenti, a proposito di sostituto fallico- era migliore di un altro. Se non lo era, toccava convincere mogli/mariti o amanti che era necessario investire un paio di mesi di stipendio in un vetro migliore, in grado di regalare l'agognata nitidezza. In tutto 'sto' misurare, confrontare, testare c'era qualcosa che si perdeva: la bellezza delle foto. Capita ancora oggi a proposito dei megapixel. Se ti arriva uno con una foto strepitosa ma realizzata con una vecchia DSLR da 6 megapixel, tutti giù a dirgli: "ma che peccato! La foto è bella, ma con solo 6 megapixel...", sottintendendo: "la puoi anche buttare". Ci sono concorsi che non accettano foto scattate con macchine fotografiche che non abbiano almeno 8-10 megapixel. Una follia! Il mondo dei fotoamatori, ma anche quello dei professionisti, sembra sempre accapigliarsi su misure, prestazioni, dimensioni, e mai sulla qualità estetica delle foto prodotte. Sono convinto che sia questo il motivo che ha decretato il successo delle Holga, delle Toy Cameras in generale, della Lomografia e delle foto stenopeiche. Ad un certo punto c'è stato qualcuno che si è rotto le balle di sentirsi chiedere se l'obiettivo era di qualità ("ma hai controllato i test MTF? Guarda che secondo la rivista X non è che questo obiettivo vada un granché bene...") e se la fotocamera era di quelle supermoderne con tutti i pixel necessari, piuttosto che le motivazioni e l'ispirazione che avevano spinto l'autore a scegliere il soggetto e a realizzare una determinata foto. Utilizzando una Toy Camera da 20 euro, nessuno può dubitare del fatto che se la foto è bella sia merito del fotografo e basta! Certo: la foto deve essere bella. Non ci sono più scuse. C'è una precisa assunzione di responsabilità da parte dell'autore. E questo è il bello. Naturalmente è anche il limite: su Internet ci sono intere gallerie di foto "Lo-Fi" in cui è lo strumento a prevalere, piuttosto che il soggetto. Non basta che la foto sia poco nitida, vignettata e "sporca": una vera foto Lo-Fi è valida e bella se il soggetto e l'inquadratura lo sono, se la stessa foto sarebbe potuta essere ugualmente bella anche se scattata con l'ultimo modello di DSLR professionale. La filosofia di fondo dovrebbe sempre essere il recupero della capacità di vedere, emozionarsi ed emozionare del fotografo, piuttosto che la sua pura e semplice abilità nel maneggiare attrezzature...

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Magazines