Sembra che Steve Jobs negli ultimi tempi non volesse sentire ragioni: desiderava distruggere l’acerrimo rivale sudcoreano Samsung con annesso sistema operativo “copiato” Android .
Da quanto emerge da fonti Reuters sembra che Cook, tuttavia, abbia cercato in qualche modo di ostacolare questo percorso, perché convinto di non voler incrinare il rapporto produttivo che lega Apple proprio a Samsung. Le due aziende collaborano da oltre un decennio, prima con gli schermi dei portatili, poi con i display dei device iOS e infine con la produzione dei SOC personalizzati dalla Mela. Ed effettivamente i rapporti di lavoro paiono essersi incrinati dopo la causa, tanto che si vocifera l’intenzione di Cupertino di abbandonare del tutto il partner coreano per far produrre i processori da TMSC e i display unicamente da Sharp.
La posizione di Tim Cook, tuttavia, non deve essere vista come eccessivamente protezionistica. L’attuale CEO ai tempi si occupava dei rapporti con i fornitori terzi e il mercato di certo non era così vario: solo Samsung avrebbe potuto garantire la produzione dei chipset A4 e dei pannelli Retina, una vera novità per il biennio 2010-2011. L’ottica di preservare un così importante rapporto, perciò, deve essere intesa come un tentativo di salvaguardia della sopravvivenza della stessa Apple. Tuttavia le decisioni di Jobs ebbero la meglio.
«Tim Cook, il successore di Steve Jobs al ruolo di CEO, si è opposto sin da subito alle cause contro Samsung per il ruolo critico dell’azienda come fornitore di componenti per iPhone e iPad, così come riportato da persone informate. Apple lo scorso anno ha acquistato oltre 8 miliardi di componenti da Samsung, così da stime degli analisti.»
Chissà come sarebbe stato lo scenario attuale se Cook fosse riuscito a convincere il fondatore della Mela, anche se vi è da sottolineare come la dipartita di Jobs non abbia effettivamente segnato un ritiro delle cause in corso e nemmeno venti di pace fra le due aziende. L’attuale CEO ha semplicemente cambiato idea?