Inizia come il Barone rampante di Calvino, per poi virare decisamente verso Il signore delle mosche. Il romanzo di Janne Teller, che ha trovato diversi ostacoli alla sua diffusione in alcuni Paesi europei, prende il via con l’affermazione di un ragazzo:
“Se niente ha senso, è meglio non far niente piuttosto che qualcosa”
decidendo, in virtù di tale principio, di lasciare la scuola e di rifugiarsi su un albero. I compagni decideranno quindi di dimostargli l’infondatezza delle sue idee, facendogli vedere di essere pronti a sacrificare cose a loro care (colme di “senso”), cominciando con gli oggetti (sandali e biciclette) per poi farsi prendere la mano dalla cosa, e costringendosi vicendevolmente ad accumulare nella “catasta del significato” quanto di più caro possano avere: un tappeto da preghiere per il ragazzo musulmano, la bandiera per l’ultranazionalista, per poi precipitare in abissi via via più profndi, come la perdita della verginità (otto anni fa il libro era stato pubblicato da Fanucci, “L’innocenza di Sophie”), la profanazione di tombe (del fratellino di una ragazza del gruppo) e alla mutilazione. Niente scalfirà però la certezza di Anton, il nichilista della situazione, che riuscirà invece ad incrinare quelle dei compagni di scuola. Fino all’epilogo, tragico.
Quel che lascia decisamente “basiti” è la leggerezza con cui gli adolescenti si abbandonano a tutto ciò, in una compulsione autodistruttiva che non ha argini, lucidissima, resa con bravura dall’autrice. Non vi sono legami profondi di amicizia tra loro, nessun appiglio giunge (o è cercato) dal mondo degli adulti, che resta perennemente al di fuori dei fatti. Nessuna punizione o condanna raggiunge i protagonisti, se non un certo senso di aver perduto il gusto di stare insieme con leggerezza, l’amarezza per aver detto addio all’adolescenza, chiudendo il cerchio di questo dirompente e sconcertante romanzo di formazione al contrario…. Brava l’autrice a consegnarci con poche parole e una scrittura ridotta all’essenziale la drammaticità crescente della vicenda!
Vincitore di un congruo numero di premi in diversi Paesi, ha diviso critici e lettori. Ci uniamo al coro: è una lettura che va perlomeno commentata prima e dopo con i giovani lettori, dai 15
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Janne Teller - Leipzig Book Fair 2011 Deutsch: Janne Teller - Leipziger Buchmesse 2011 (Photo credit: Wikipedia)
anni in su, minimo…
L’autrice :
http://www.youtube.com/watch?v=Z3vjsYUOoTw
La scheda de Niente, Janne Teller, Feltrinelli
“Se niente ha senso, è meglio non far niente piuttosto che qualcosa” dichiara un giorno Pierre Anthon, tredici anni. Poi, come il barone rampante, sale su un albero vicino alla scuola. Per dimostrargli che sta sbagliando, i suoi compagni decidono di raccogliere cose che abbiano un significato. All’inizio si tratta di oggetti innocenti: una canna da pesca, un pallone, un paio di sandali, ma presto si fanno prendere la mano, si sfidano, si spingono più in là. Al sacrificio di un adorato criceto seguono un taglio di capelli, un certificato di adozione, la bara di un bambino, l’indice di una mano che suonava la chitarra come i Beatles. Richieste sempre più angosciose, rese vincolanti dalla legge del gruppo. È ancora la ricerca del senso della vita? O è una vendetta per aver dovuto sacrificare qualcosa a cui si teneva davvero? Abbandonati a se stessi, nella totale inesistenza degli adulti e delle loro leggi, gli adolescenti si trascinano a vicenda in un’escalation d’orrore. E quando i media si accorgono del caso, mettendo sottosopra la cittadina, il progetto precipita verso la sua fatale conclusione. Il romanzo mette in scena follia e fanatismo, perversione e fragilità, paura e speranza. Ma soprattutto sfida il lettore adulto a ritrovare in sé l’innocente crudeltà dell’adolescenza, fatta di assenza di compromessi, coraggio provocatorio e commovente brutalità.