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Nietzsche, le borse e la fotografia

Creato il 26 giugno 2011 da Sullecordediaries

Vogliatemi perdonare se per arrivare a quello che è l'oggetto di questo post parto da molto lontano. Ho un' impostazione didattica (ho lavorato come insegnante per diversi anni) e pertanto sono portato a dare alle riflessioni il giusto contesto. Le riflessioni fuori dal contesto in cui sono generate, possono apparire criptiche e un insegnate non può mai rischiare di essere criptico, altrimenti non è un buon insegnante e a me appunto è rimasta questa impostazione. Inizio a parlarvi del lavoro di mia moglie. Lei è una designer di borse e oltre a disegnarle si occupa anche di realizzarle e sono interamente fatte a mano.Ebbene mia moglie ha messo su un suo brand, Soffio di Sofia  e nell'ultimo periodo comincia ad attirare su di se un po' di interesse, è stata selezionata per il Florence Design Week, è stata intervistata da specialisti del sottore e sono state scritte alcune recensioni.

Nietzsche, le borse e la fotografia

Soffio di Sofia

Oggi siamo stati contattati via e-mail da un giornalista di Io Donna, un settimanale del Corriere della Sera e ho dovuto spiegare quella che è la poetica di mia moglie. Miki (mia moglie) si ispira all'arte dei bambini per le sue creazioni.
Qui vi cito le testuali parole di mia moglie: "Gli artisti da cui mi sento influenzata sono indubbiamente i bambini. Tutti i bambini sono degli artisti e gli artisti adulti cercano di emulare proprio i bambini. Gli scarabocchi e i disegni stilizzati dei bambini la più alta forma d'arte, perché i bambini creano nel modo più libero possibile. Gli artisti adulti invece sono sempre condizionati da qualcosa, soprattutto dal giudizio degli altri."
Io sono laureato in filosofia e conoscendo la poetica di mia moglie, le ho fatto studiare il famoso passo delle tre metamorfosi tratto da Così parlò Zarathustra e così facendo Soffio di Sofia ha adottato come concept l'intero passo ed in particolare l'ultima metamorfosi, quando il leone diviene fanciullo che vi riporto fedelmente: "Ma ditemi, fratelli, cosa sa fare il fanciullo, che neppure il leone era in grado di fare? Perché il leone rapace deve anche diventare un fanciullo? Innocenza è il fanciullo e oblio, un nuovo inizio, un giuoco, una ruota ruotante da sola, un primo moto, un sacro dire di sì. Sì, per ilgiuoco della creazione, fratelli occorre un sacro dire di sì...."Tale poetica è anche simile alla poetica del fanciullino di Pascoli. Questo ci fa pensare a quanto Nietzsche abbia influenzato il pensiero del 900.
Il passo di Nietzsche è fondamentale per capire cosa deve fare un artista. Egli deve fare  e il suo fare deve essere poiesis, creazione libera! Per fare questo bisogna prima essere leoni (continuando a citare Nietzsche), facendoci terra bruciata intorno distogliendoci da tutti i nostri valori... In maniera che il nostro fare sia assolutamente libero come il gioco di un bambino, innocente!
In questa maniera il fotografo, a mio modo di vedere, deve essere in grado di reinvantare la realtà, ricrearla, con i mezzi di cui dispone. Immaginare delle foto capaci di confondersi con la realtà non è altro che creare un clone imperfetto della realtà stessa. Ciò che rende interessante una foto è l'idea che si porta dietro, le riflessioni, il modo in cui l'autore ha ricreato la realtà che lo circonda. L'idea del congelamento dell'attimo può essere interessante se si porta dietro un riflessione sul tempo; ma se esso è un semplice "guarda com'è bello questo posto", allora abbiamo creato una foto vuota che andrà ad occupare spazio nel nostro hard-disk, insieme a tutte le foto banali che abbiamo fatto in vacanza al mare con gli amici.
Si può condividere o meno quest'idea del fanciullo che crea ma comunque è proprio l'interpretazione creativa, il valore in più che abbiamo dato alla realtà fotografata che fa veramente la differenza tra una bella foto e una foto anonima.

Nietzsche, le borse e la fotografia

Fantasma

Nietzsche, le borse e la fotografia

Città fantasma

A questo proposito vorrei mostrarvi due fotografie:Queste foto scattate ad Amsterdam, sono frutto di uno studio sulla riflessione della luce su superfici riflettenti trasparenti (come il vetro in questo caso).
Credo che sia visibile lo sforzo di interpretazione e ri-creazione del mondo. In particolare ho cercato di creare un atmosfera cupa e un po' lugubre di Amsterdam, cercando di non far perdere l'atmosfera di "paese dei balocchi" tipica di Amsterdam.
Salvatore Borzellino

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