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Nietzsche non era saggio

Creato il 14 giugno 2013 da Serenagobbo @SerenaGobbo
Nietzsche non era saggio

“Teologia della follia” a cura di Mattia Geretto e Antonio Martin, Mimesis ed.

Mi ha colpito un passo del saggio di Krzysztof Rutkowski in cui si sottolinea che Platone ha definito la filosofia come “amore della saggezza”.
Capito? Non “saggezza”, ma amore per essa. Se io amo la saggezza è perché la cerco, perché non ce l’ho: “l’amore per la saggezza si pone al di sotto della saggezza”.
da qui l’importanza che Platone dà al dialogo come strumento di ricerca, “processo interminabile, problematico ed etereo.”
Poi più sotto Rutkowski dice che “la saggezza, al pari della follia, è pericolosa, in quanto tocca la totalità della vita umana”; dunque non può ignorare una parte della vita umana quale è la sua fine… l’abisso? (anche Nietzsche diceva di stare continuamente sopra l’abisso)

E’ difficile convivere con una simile saggezza: “Nietzsche ha pagato un prezzo terribile” dice l’autore del saggio.

Ora tiro le mie conclusioni e bestemmio: secondo me, Nietzsche non era un saggio, ma un filosofo. Uno che cercava la Verità ma che non la possedeva.

Perché nell’immagine che il mio cervello mi offre della Saggezza, c’è un elemento fondamentale che va oltre la discesa negli oscuri antri umani: saggezza non è solo avere coscienza della Verità, degli spazi bui e di quelli luminosi. Saggezza è soprattutto ACCETTAZIONE di questo dualismo, la Verità stessa deve essere dualismo (vi dice qualcosa il simbolo yin-yang?).
Se non si accetta questo, non si può accettare niente, niente di niente.

Chi vede la Verità e la accetta è un saggio. Chi la vede ma non la accetta, è un folle.
Beh, a questo punto, se quanto sopra è vero (ma se è vero, allora deve essere un po’ anche falso…) i folli stanno comunque un gradino sopra a quelli che la Verità non la vedono, o, peggio, neanche la cercano.



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