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Nigeria/ Gli attentati si ripetono e si continua a morire

Creato il 26 aprile 2012 da Marianna06

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E’ notizia  di poche ore fa  di due nuovi  attentati, avvenuti rispettivamente ad Abuja, la capitale, e a Kaduna, città settentrionale  della Nigeria.

Ad Abuja l’attentato è stato opera di un  attentatore suicida, come  riferiscono fonti ben informate. E l’obiettivo  non  era altro che le costruzioni della sede del  quotidiano “This Day”,dove l’uomo si è diretto con la propria automobile, facendosi esplodere  prima ancora  di superare i cancelli dell’area in questione.

Di Kaduna, dove ci sono state delle vittime, almeno quattro finora, si sa poco e le notizie, che giungono, sono piuttosto confuse. Ma  in entrambe le località  sono state ferite diverse persone, che al momento si trovano ricoverate in ospedale per  ustioni.

I sospetti cadono inevitabilmente su Boko Haram, la nota organizzazione islamista, che contesta tutto ciò che sa di occidentale, in primis il cristianesimo, e che ritiene l’attuale governo del Partito democratico del popolo Pdp) non in linea con quelle che sono le aspettative della popolazione nigeriana, in prevalenza di confessione musulmana.

E l’attendibilità di questa supposta tesi potrebbe scaturire dal fatto che la proprietà del giornale è di un potente uomo d’affari del luogo,tale Nkuda Obaigbena, un boss nel mondo dei “media”, sostenitore del Pdp e amico dell’attuale amministrazione statunitense.

Ma ufficialmente, a quello che è dato sapere, non ci sono state reali minacce di questi tempi nei confronti del “This Day” da parte di Boko Haram che, per altro, ultimamente è molto diviso al suo interno in merito agli obiettivi e alle strategie della sua lotta contro l'occidente e la sua cultura corrotta e corruttrice.

Resta il fatto che, nell’incertezza generale in cui si muovono i giornali in Nigeria, essi hanno un po’ tutti di fatto il bavaglio alla bocca e chiudono spesso occhi e orecchie  per timore di ritorsioni.

Che inoltre gli stessi giornalisti temano giornalmente per la  loro personale incolumità e che la popolazione civile possa trovarsi coinvolta, senza volerlo, in attentati dove ci scappa quasi sempre il morto, sono purtroppo altre scomodissime verità.

 E la cosa meraviglia relativamente se  lo stesso Wole Soyinka, il noto Nobel nigeriano per la letteratura, di recente in Italia per una manifestazione culturale a Pordenone, in Friuli, parlando del proprio Paese, non ha esitato a definire la sua gente un popolo rassegnato e forse un po’ troppo vittimista e a manifestare però , quando intervistato, estrema prudenza nell’esprimersi a proposito della situazione politica odierna della sua Nigeria.

 E  questo  non è   un buon segnale se una personalità del calibro di Soyinka, riferendosi a dei giovani che dovrebbero con urgenza impegnarsi in politica, si limita a parlare da parte sua di solo appoggio morale e lascia loro senza guida, pilatescamente, l’onere di riempire questo impegno di contenuti.

L’impotenza generale della gente comune e certe reticenze di uomini di cultura connotano con molta chiarezza il clima ambiguo, che si respira nel Paese .

E in parte  giustificano un certo disorientamento, che in parte è anche il nostro, quando vogliamo provare a comprendere e non riusciamo.

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 


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