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Nigeria: in aiuto delle studentesse rapite

Creato il 13 maggio 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Nigeria: in aiuto delle studentesse rapiteScritto da Michele Carlotti    

Proseguono le reazioni di solidarietà in favore delle ragazze rapite in Nigeria. Ed ora, ai tweet ed agli appelli di sensibilizzazione, si aggiungono aiuti più concreti.

Ormai quasi un mese passato quasi un mese dal rapimento da parte di Boko Haram di 276 liceali, tra i 12 e i 18 anni, in una scuola femminile di Chibok, nel nord-est della Nigeria. Almeno 220 di loro rimarrebebro tutt’ora prigioniere

Dopo il comunicato di ieri del procuratore della Corte penale internazionale (Cpi), Fatou Bensouda, che parlava di “crimini” che “feriscono la coscienza dell’umanità” e di un “fenomeno inquietante di prendere di mira persone di sesso femminile in periodo di conflitto” commentando come questo “non può essere tollerato e deve cessare”. Le reazioni estere non hanno tardato ad arrivare.

Con un tweet il ministro degli Esteri britannico, William Hague, ha annunciato che anche la task force di esperti britannica è arrivata in Nigeria per “collaborare all’inchiesta sul rapimento delle studentesse rapite”.

“Riteniamo che le ragazze rapite siano state divise in piccoli gruppi”, ha affermato l’ammiraglio John Kirby, portavoce del Pentagono, confermando che l’intelligence americana è arrivata a questa conclusione. Anche altre fonti ritengono che le ormai quasi 300 ragazze rapite siano state non solo divise ma anche spostate nei paesi vicini.

“La ricerca deve essere condotta in Niger, in Camerun e in Ciad” ha detto alla Cnn l’ex premier britannico Gordon Brown, ora inviato speciale dell’Onu per l’istruzione nel mondo.É vitale raccogliere informazioni per trovare le ragazze prima che vengano disperse per l’Africa, cosa che è una reale possibilità”, ha aggiunto.

Dal canto suo la Francia è pronta a “fare tutto” per contribuire a “ritrovare” le studentesse rapite. Lo ha detto il ministro per le Pari opportunità francese, Najat Vallaud-Belkacem, alla radio Rtl. “L’umanità intera è colpita nel profondo del cuore da questo rapimento”, ha detto il ministro, sottolineando come le ragazze siano vittime di “stupri e pedofilia”.

In America, l’adesione all’appello di personalità di spicco quali la first lady americana, Michelle Obama, la giovane attivista pachistana Malala Yousufzai, l’ex segretario di Stato Hillary Clinton e l’attrice Angelina Jolie, hanno dato enorme visibilità alla vicenda, con il risultato che l’hashtag #BringBackOurGirls è già ritwittato oltre un milione di volte.

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