Cuori teneri e soccorrevoli. Sembra incredibile, insperato l’accorrere dei potenti e delle loro auguste consorti al capezzale mediatico della Nigeria e delle 200 giovani donne rapite da imprecisati terroristi.
Ma gli appelli sono in realtà un’istantanea perfetta dell’ipocrisia globale e uno spot per testimoniare il buon cuore dell’amministrazione Usa e dei governi europei, impegnati proprio in questi giorni a dichiarare illegale e illegittima l’autodeterminazione dell’Ucraina orientale.
E’ del tutto evidente che probabilmente nessuna donna sarebbe stata rapita, che non vigerebbe questo clima di terrore se l’Occidente e le sue multinazionali da quarant’anni non sfruttassero in maniera selvaggia le risorse nigeriane, saccheggiando enormi ricchezze in cambio di una mancetta ai fiduciari locali non tralasciando di appoggiare alcuna azione e alcun disegno che possano essere utili alla loro strategia di rapina. Poi quando qualche demone sfugge al controllo ecco che l’ipocrisia e il profitto si condensano in lacrime e in appelli che naturalmente assumono un carattere universale, vengono riprese e ricicciate nelle più bizzarre maniere: dal papa che non perde occasione di tuonare contro la povertà salvo ignorarne le radici per finire alla Boldrini che riesce persino a farne una astrusa questione di istruzione negata alle donne, quando un intero Paese è sottoposto a un intensivo disprezzo della civiltà. Ma anche da migliaia di persone che nel rapimento vedono solo un comprensibile, ma banale impulso emotivo: “sembrano le nostre figlie”.Forse sembrano, ma non lo sono affatto perché collaboriamo attivamente a diseredarle.
I meno giovani ricorderanno la terribile vicenda del Biafra, una regione della Nigeria spinta alla secessione, dallo stesso universo di potere che oggi si strappa le vesti, pur di acquisire un controllo più sicuro del Paese. Ci furono milioni di morte e lo stesso Biafra e’ diventato un’antonomasia per indicare le stragi della fame e della sete.
Ma ora i medesimi che provocarono quella tragedia li troviamo a indignarsi di questo ratto delle Sabine da parte di forze e movimenti il cui tribalismo e’ stato alimentato e finanziato. Ma che come e’ accaduto in altre parti del mondo, ha finito poi per rivoltarsi contro chi crede di essere il padrone assoluto della lampada di Aladino. Peccato che il genio soddisfi i desideri solo di una parte del mondo.