Da ieri è purtroppo certezza matematica ormai, per i familiari e gli amici, quella dell’assurda ed efferata morte dell’ingegnere italiano, Silvano Trevisan e di altre sei persone.
E tutti dipendenti della società di costruzioni Setraco e, per giunta, di differenti nazionalità.
Costoro erano residenti da tempo in Nigeria esclusivamente per motivi di lavoro.
Queste morti insensate, che generano nient’altro che rabbia e dolore in chi le vive da vicino per legami di sangue, sono a quanto pare, in base ad una rivendicazione fatta in seguito tramite internet opera degli Ansaru.
E chi sono costoro?
Gli Ansaru,un gruppo di combattenti ribelli, piuttosto misterioso, sono una specie di Avanguardia per la protezione dei musulmani nell’Africa nera.
Probabilmente (si dice) la costola di Boko Haram, quella cui è destinato il"lavoro sporco" contro tutti coloro che dai fondamentalisti islamici sono considerati infedeli.
Pare, infatti, credibile o meno che sia, che il gruppo armato abbia finora ucciso almeno tremila persone
Innanzitutto gli occidentali,compresi alcuni non cristiani, la cui cultura va spazzata via comunque in quanto alimento permanente di corruzione per il mondo musulmano di strettissima osservanza.
Quello che è più terribile poi in queste morti brutali è , oltre all’orrore e allo sgomento che suscitano in chi è dotato di raziocinio e di sano equilibrio, il venire a sapere che gli Ansaru sono quegli stessi che, oggi, hanno legami stretti con Al Qaida del Maghreb e i gruppi armati, che stanno seminando attualmente distruzione e morte anche nel Mali.
E siccome non siamo degli ingenui, sappiamo bene anche che ,dietro la difesa dell’Islam fondamentalista sotto il profilo confessionale, si celano ben altri vistosi e disparati interessi.
Interessi che sono legati a doppio filo con la realizzazione di ottimi proventi economico-finanziari.
Insomma agli sciocchi e ai creduloni il discorso religioso e di civiltà, per i burattinai invece, per quelli che tirano i fili, la fetta ,che sia però la più grande possibile, della torta-ricchezza.
Basti pensare al traffico di droga proveniente dalla Colombia, che dall’Africa settentrionale fa, in tutta tranquillità, il suo balzo in Europa e altrove.
C’è poi la tratta degli schiavi, cancellata solo a parole ma tuttora fiorente.
Esiste ancora il traffico clandestino di minerali pregiati. E tantissimo altro.
E questo è possibile perché in Nigeria abbiamo un Paese diviso in due spaventosi “estremi”.
Estrema ricchezza e benessere a Sud, specie nella zona del Delta (petrolio e derivati) ed estrema povertà nel Nord.
Il tutto poi è condito da corruzione dilagante quasi ovunque.
La propagazione di questa recente intolleranza all’Occidente, ad esempio nell’area del Sahel occidentale (Mali-Nigeria-Niger-Ciad) ,scaturisce anche e soprattutto dall’assenza di Stato in questi contesti tanto quanto lo è da tempo in Nigeria.
E parliamo di un fatto storico-politico.
Se si riflette su questo aspetto del problema , che è comunque enorme, sarà più facile individuare forse le responsabilità e i responsabili di quanto accade anche in termini di quelle che appaiono, alle prime, uccisioni insensate (e non lo sono affatto).
Per la Nigeria abbiamo più volte detto che si tratta della più popolosa nazione africana e cioè che essa conta 160 milioni di abitanti, con tutti i divari esistenti, sottintesi, di cui abbiamo detto sopra.
E, sempre la Nigeria, include anche la bellezza di 400 etnie, federate in 36 Stati, di cui alcuni sono addirittura dei sultanati ancora di stampo medievale.
Altro caos tribale che va ricordato, ma certamente con dovute dimensioni ridotte, è quello del Mali, quello del Niger e quello del Ciad.
I contrasti tribali, insomma, generano instabilità politica e, nel peggiore dei casi, deriva e guerra. Guerra civile.
Le multinazionali occidentali dal canto loro , rapacissime, prendono, o meglio rubano a piene mani, perché qualcuno in loco glielo consente.
E gli onesti,quelli senza colpa alcuna, che al mondo ci sono sempre, per fortuna, sono loro, e solitamente solo loro, che pagano il prezzo.
Che siano nigeriani, nigerini, maliani, ciadiani o italiani, asiatici o europei in generale, questo è un aspetto che decisamente non importa a nessuno.
O, comunque, poco importa.
E tutti sulla stessa barca ,in balìa di corrotti e corruttori.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)