“Nightmare”, film di Wes Craven: il celebre Freddy Krueger con il suo guanto munito di lame

Creato il 01 novembre 2014 da Alessiamocci

“L’uomo nero non è morto,/ ha gli artigli come un corvo,/ fa paura la sua voce,/ prendi subito la croce,/ apri gli occhi,/ resta sveglio,/ non dormire questa notte…”

Era il 1984 e gli appassionati dell’horror di quei tempi stavano per fare la conoscenza col più iconico dei cattivi seriali del cinema horror. Parliamo dell’artigliato Freddy Krueger (Robert Englund) e della serie che lo vide protagonista: Nightmare (A Nightmare on Elm Street).

Era nato lo slash-movie, e suo padre si chiama(va) Wes Craven. Al tempo, Craven, aveva all’attivo due succulenti film del genere horror, “L’ultima casa a sinistra” e “Le colline hanno gli occhi”. Ma la creazione del “mostro dei sogni”, un’infanticida (all’attivo 20 bambini uccisi) che fu arso vivo dai corrispettivi genitori delle vittime, fu geniale.

Ma ancora più geniale fu l’ideazione di un nuovo scenario in cui il serial killer (roso da ira e vendetta) avrebbe ucciso i figli dei suoi aguzzini: il mondo onirico, il sogno. Un luogo in cui nessun genitore avrebbe potuto proteggere i suoi pargoli.

La nuova abilità, Freddy, la ebbe grazie a un patto stretto con tre demoni. E così, deturpato dalle ustioni, armato del suo guanto munito di lame e indossati i panni cool che lo caratterizzano (cappello a tesa larga rovinato e maglione a strisce orizzontali verdi e rosse), inizia la sua terribile vendetta. E nel mondo dei sogni lui può tutto, telecinesi, teletrasporto e può plasmare i sogni a suo piacimento, soprattutto, può uccidere.

Più e più volte viene sconfitto e rispedito all’inferno, ma torna sempre. Fino al capitolo finale, “Nightmare 7: La Fine”, in cui è la figlia a sconfiggerlo definitivamente. Ma stavolta a essere contrario alla dipartita del mostro è Hollywood, che lo fa ritornare nell’impietoso “Freddy vs. Jason” (2003). Craven, invece, dopo il solo e unico capitolo diretto della saga, tornò alla sua creatura con una storia fuori saga: “Nightmare – Nuovo Incubo” (1994). E così, dopo sette capitoli, una comparsata ( Venerdì 13 – Jason va all’inferno) e una serie tv a lui dedicata (Freddy’s Nightmares, 1988-1990, 44 episodi), un capitolo a parte (il già citato Nuovo Incubo) e una semi boiata (l’assurdo death match con Jason), Freddy è tornato!

E lo fa con un remake/reboot (nuova moda hollywoodiana) a opera del produttore Michael Bay, si, quello di “Armageddon” (1998) e “Transformers” (2007). La storia resta identica tranne per il particolare che l’umorismo nero di Freddy è stato eliminato, per renderlo più cattivo. In più, viene approfondito il suo passato. Rinnovato anche il cast. Non più Robert Englund (che comunque è stato favorevole al riavvio, affermando che nell’epoca della computer graphic il mondo dei sogni sarebbe stato realizzato meglio, consentendo di fare cose che nello ’84 non era possibile) nei panni dell’artigliato.

Fuori lui, dentro Jackie Earle Haley, diventato famoso interpretando il ruolo di Rorschach nell’adattamento di “Watchmen” (2009), a opera di Zack Snyder. Regia di Samuel Bayer, alla sua prima prova cinematografica, veterano di videoclip (Nirvana, suo il video di “Smells Like Teen Spirit”, Ramones con “Poison Heart”, Ozzy Osbourne con “Mama, I’m Coming Home” e tanti altri, inclusi gli ultimi video dei Green Day, a cominciare da “American Idiot”) e di spot pubblicitari (Coca-Cola, Toyota, Intel, Sony, Nike,…).

Nei panni di Nancy Thompson troviamo invece, Rooney Mara (giovane attrice fattasi conoscere nel film “Youth in Revolt” (2010) di Miguel Arteta e nelle sale in “The Social Network” (2010) di David Fincher). Questo rifacimento resta comunque un buon horror-thriller psicologico che resta fedele, nella forma, all’originale. Le critiche e le stroncature non son mancate, a partire dal sito Rotten Tomatoes che gli ha detto 3.4 stelle su 10. Ma comunque sempre meglio del rifacimento di “Venerdì 13” (2009) di Marcus Nispel (ora alle prese col nuovo Conan), ma non superiore a “Halloween” (2007) di Rob Zombie.

In ogni caso è stato premiato da buoni incassi (battendo vari record, tra cui dodicesimo maggiore incasso di sempre per un film remake dal 1982), confermando l’interesse e il legame del pubblico, di ieri e di oggi, per  Freddy Krueger. Il più deluso resta comunque Wes Craven che non è stato coinvolto per nulla nel progetto.

Written by Antonio Petti 


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