Magazine Diario personale

Ninna nanna, ninna NO

Da Giovanna @giovanna_rai
Ninna nanna, ninna NO
E' da qualche giorno che leggo post sull'infanzia.
Che cosa dolce.
Sulle paure dell'infanzia, sui desideri, cosa volevamo diventare, ecc.
Dunque, io, che ero una bambina normale, avevo paura che un serpente uscisse dal cesso mentre facevo pipì, avevo paura degli inferi perchè in un mio sogno ricorrente ero in un letto matrimoniale fluttuante sulle fiamme dell'inferno.
No, i miei non mi drogavano.
Volevo un koala e un panda.
Il koala è venuto meno quando ho sentito il suo verso (pare un maiale morente), il panda è sopravissuto alla spiegazione di mio padre sulla sua possibile estinzione (soluzione: ne prendiamo due) e sul suo posizionamento (lo mettiamo in balcone. Abitavamo all'ottavo piano).
Mi hanno preso un uccellino, Clementino, che è poi morto stecchito (o suicida per il nome che no, non avevamo scelto noi).
Trauma numero 1.
Poi una piccola tartaruga, Chicco, morta pure quella.
Trauma numero 2.
Poi è nato mio fratello.
Fatality.
Dopo che è nato mio fatello avevo un sogno: l'ACETONE.
Mio fratello, un bambino con le difese immunitarie di un dodo (che non per niente s'è estinto) aveva l'acetone 6 volte la settimana, ed essendo anche biondo e bRoccoloso, riceveva per ciò regali, ammore extra, permessi e ricchi cotillon.
L'acetone era per me un sogno, un qualcosa che toccava solo ai bambini più fortunati, a quelli buoni.
A noi, bambini normocattivi, veniva la cacarella standard.
Ometteremo il fatto che volevo buttare mio fratelo dall'ottavo piano per ovviare ai suoi problemi di salute e farlo smettere di soffrire.
Un altro ricordo vivido che ho è che avevo paura che mia madre morisse.
Che dolce.
Per questo controllavo a cadenza oraria la sua sopravvivenza andando da lei mentre dormiva, aprendole un occhio e dicendo "mamma api occi".
Che piaga meoddEo.
Credo che proprio per tale motivo mia madre abbia cercato di uccidermi dandomi il permesso di mangiare il didò.
Lei dormiva e, alla mia richiesta "posso assaggiare il didò", mi ha detto "sì".
Non ce l'hai fatta mamma, mi spiace.
Parliamo delle ninne nanne.
Mioddio ma ve le ricordate?
Ninna nanna ninna o, questa bimba A CHI LA DO?
Trauma.
Le opzioni della mia famiglia erano: la befana per una settimana, il lupo nero un anno intero, l'orso bruno forever (non la dà più a nessuno).
A me non m'ha voluta nessuno, manco con le agevolazioni fiscali e mia madre ha provato col didò.
Vogliamo parlare di Fra Martino?
Il campanaro per atonomasia con episodi di sonnambulismo: dormi tu, dormi tu, suona le campane, suona le campane...
Dato che non ricordavo altre ninne nanne, a parte quelle che prevedevano la mia cessione a mostri vari, ho dato un'occhiata su internet.
Follia.
Ho trovato 100 versioni alternative alla mia, tra cui una blasfema:
"Se lo do al Bambin Gesù, 
se lo tiene e non ce lo dà più"
Poi un'incitazione al maltrattamento degli animali:
"Bolli bolli pentolino
fa la pappa al mio bambino;
...Guarda! Guarda!
Un can che scappa,
ha portato via la pappa,
via la pappa al mio bambino
per portarla al cagnolino.
Cagnolin tutto contento
se la mangia in un momento,
se la mangia e fa "bu-bu"
e la pappa non c'e' piu'..."

E ancora:
"Canta, canta bel bambino
che il cielo è tutto turchino;
tutto turchino, pieno di stelline
da riempirti le manine.
Due ti son cadute dentro gli occhi
(due manine?!?!?),
te n'è caduta una dentro il cuore
(la 3° mano? Kalì)
per donarti il suo splendore".  

L'ultima vince su tutte:

"Fate la nanna coscine di pollo"
Se mi avessero cantato questa sarei stata la prima neonata a saper articolare "vaffanculo" prima di "mamma".

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