Non ha mai dormito nel lettone con noi, e neppure lo desidera.
Si è sempre addormentato da solo, senza lunghi rituali ed estenuanti trattative.
Dorme tutta la notte, fin da piccolissimo, con rare eccezioni di febbre, sogni brutti e altre cose bambinesche.
Va a dormire sempre alla stessa ora, tra le 20.30 e le 21.
Sull'ora della messa a nanna siamo sempre stati tassativi, per almeno due ottimi motivi.
Il primo, ma è parimerito con il secondo, è che così resta tempo anche per noi, GF e io, che altrimenti rischiamo di parlarci sempre e solo con Cigolino in mezzo, di essere sempre e solo affaccendati intorno a lui, di non avere un momento per raccontarci la giornata o per dormire insieme sul divano, incastrati come il tetris.Che è il nostro modo di essere romantici :)
Il secondo perchè, un po' a istinto un po' a letture, riconosco il valore della routine. Che è una parola che non mi piace un granchè. Sono buone abitudini, ecco, meglio.
Di genitori sull'orlo della crisi di nervi per bimbi nottambuli ne conosco diversi.
Di mamme distrutte da serate di giochi, favole, giochi, spuntini di mezzanotte e così via, anche.
Non è però per la salvaguardia del genitore, che i bimbi devono andare a dormire presto e alla stessa ora.
Sarebbe una prospettiva egoistica.
La buona abitudine della nanna fa bene ai bambini, prima di tutto.
Uno studio recente dell'University College London ha evidenziato che i bimbi che non hanno routine nella messa a nanna, che stanno svegli fino a tardi, che vanno a dormire quando capita e quando crollano, hanno poi problemi nell'apprendimento.
«Se un bambino ha un sonno irregolare fin dai tre anni, non è in grado di sintetizzare tutte le informazioni che gli arrivano a quell’età - spiega la professoressa Amanda Sacker dell’UCL al Guardian - e crescendo sarà sempre più difficile, perché questa mancanza di regolarità può finire con l’alterare i naturali ritmi del suo organismo, minacciando anche la plasticità del suo cervello nonché la sua capacità di acquisire e trattenere informazioni».
Un sonno insufficiente o di cattiva qualità nella prima infanzia, può avere ripercussioni per tutta la vita.
Lo studio evidenzia che, ovvio, le cattive abitudini dei bambini sono il riflesso di "egoismo" dei genitori: lavorando tutto il giorno il desiderio è di sfruttare le ore serali per stare insieme, prolungando questo tempo il più possibile. Così però appaghiamo un nostro desiderio, dimenticando che i bambini, al contrario, hanno bisogno di dormire e di abitudini certe.
In questi ultimi tempi mettere a nanna Cigolino sta diventando più difficile. Credo sia un bambino a energia solare, per cui d'estate, a fine giornata, è supercarico e a dargli retta dovremmo andare al parco a giocare, altro che a nanna :) Ci vuole un po' più tempo per convincerlo che è proprio ora, che è il tempo di rilassarsi, di chiudere gli occhi e riposarsi dalla grande fatica di giocare tutto il giorno. Lui ascolta compito. Poi dice un sonorissimo NOO e tenta di scavalcare il lettino.
Mi aspetto a breve corda di lenzuolino per calarsi, e via.
E' lì che la volontà un po' vacilla: in fondo riprenderlo in braccio, tornare alle macchinine, al libro degli animali o ai cartoni animati sarebbe meno impegnativa come soluzione, invece di ricominciare da capo, con il bacio della buonanotte, le carezze e i saluti di commiato.
Però funziona.
Si addormenta, tranquillo.
E anche noi, poco dopo, davanti alla TV.
L'articolo che parla più approfonditamente dello studio lo trovate qui.
Un libro, che non ho letto, ma mi dicono indichi un metodo più scientifico rispetto al mio cialtrone, è "fate la nanna" di Estivill. So che ha suscitato parecchi malumori nelle mamme, perchè il metodo è piuttosto severo.
Ma cosa vuol dire secondo voi essere severi?
È meglio amare con severità, che ingannare con dolcezza. François des Rues, Le margherite francesi, 1598