“Stiamo per arrivare a Napoli: si deve svegliare signora!” Una voce maschile con tono molto basso le parlava, scuotendola per svegliarla. Nonostante l’uomo le tirasse un braccio, Ninuccia non voleva saperne di svegliarsi, ma lui tirava forte e lei a fatica, aprì gli occhi e disse”Dove si trova Beniamino?”. “Si svegli signora, tra pochi minuti dobbiamo scendere, siamo quasi arrivati a Napoli, mi ha chiesto di chiamarla e io l’ho fatto.” D’improvviso Ninuccia ritornò presente a se stessa e dandosi un grosso schiaffo sul viso, si svegliò del tutto. “La ringrazio signore, spero di non averle arrecato disturbo signor..? Signor?” cercando di conoscere il suo nome. “Mi chiamo Gaudenzio, se le interessa, ma non credo. Si è agitata parecchio nel sonno e lei come si chiama?” “Dora” rispose sistemandosi il cappotto e preparandosi per uscire dallo scompartimento del treno. Dopo pochi minuti Dora e Gaudenzio, udirono il fischio del Capotreno che annunciava la fermata di Napoli,si misero in fila con gli altri, scendendo rapidamente gli scalini. Si salutarono con una vigorosa stretta di mano che a Dora provocò un brivido di piacere strano e sconosciuto. Le venne spontaneo chiedergli dove era diretto, non riuscendo a nascondere per quell’uomo una sorta di curiosità morbosa. Anche se la sua razionalità ed intelligenza le impedivano di provare anche solo a sperare che lui fosse..“Prenderò tra un’ora un altro Eurostar per Paola, ma non credo che le interessi più di tanto. Ci metterò circa due ore e mezzo, se non ci sono intoppi e se il treno farà il suo dovere come lei ha detto qualche ora fa. E’ contenta di saperlo?” Alle parole dell’uomo Ninuccia sobbalzò e per tutta risposta gli chiese” Se non sono troppo indiscreta, dopo dove è diretto? Non dico che stiamo per diventare amici, ma compagni di treno sì! Anch’io prendo per Paola e le anche che proseguirò per Cosenza. E da lì, non so come, ma devo arrivare a Castrolibero: lo conosce quel paesino?”Parlò in tutta fretta, senza dare il tempo all’altro di replicare, come volesse fare una sorta di confessione spontanea, facendo sapere a lui per primo, che stava tornando a casa. Gaudenzio toccandosi i capelli e la barba, segnale di profondo disagio e di imbarazzo, mentre si accendeva una sigaretta, le disse”Tra tutti i miliardi di persone e di destinazioni che ci sono nel mondo, purtroppo anch’io faccio lo stesso tragitto e arriverò a Castrolibero, diavolo! Dove peraltro abito, contenta di saperlo?” Glielo comunicò con la solita bassa e stanca voce quest’uomo che amava fissare il pavimento. “Una signora come lei, che cavolo ci va a fare in un Paese come quello, dove non c’è nemmeno un Night o una balera, ma solo puzza e rottami ovunque lasciati per ogni vicolo e stradina. Perché è di una balera vero, che lei abbisogna per campare? Una come lei dovrebbe ritornare a Bologna subito e rientrare nel luogo da dove è scappata. E poi scusi, alla sua rispettabile età, che lavoro pretende di fare laggiù? Ma quanti anni ha? Forse nella trattoria di Martino, avranno bisogno di una lavapiatti..” D’improvviso sembrava che a Gaudenzio fosse arrivata un’insolita e convulsa voglia di chiacchierare, che non gli era familiare per niente. Un timido sorriso si affacciava sulla sua bocca, carnosa e ben disegnata anche se con labbra molto screpolate e denti non immacolati, per le troppe sigarette fumate.
Questa è la fotografia che trovai in un quadro alcuni anni fa ad un mercatino dell’antiquariato. Chiesi alla proprietaria di poter fotografare questa (a mio avviso!) bellissima donna. Mi colpì moltissimo per le diverse similitudini con il viso di Ninuccia che ho immaginato nella mia mente, mentre costruivo il personaggio. Se esistesse veramente una Ninuccia Ercolani, questo sarebbe il suo viso e la sua espressione, mi piacerebbe metterla sul fronte o retro, non ha importanza del libro. Se un giorno verrà stampato….
(continua..)