Spesso i nonni si rendono conto che i rapporti con i nipoti, frequenti e ben riusciti da piccoli, non lo siano in ugual modo quando essi raggiungono l’adolescenza.
Comincio con un pezzetto della Vegetti- Finzi (Nuovi nonni per nuovi nipoti, cit.) Accade allora che i nonni sbiadiscano e, insieme ai genitori, vengano relegati in seconda fila per far posto ad altre figure di riferimento: coetanei innanzi tutto, ma anche adulti che non li trattano come bambini(…) i nipoti si mostrano distaccati, lontani, quasi estranei, ma non è un dramma (…)
Il diradarsi delle telefonate e visite significa che l’infanzia è finita e occorre spostare il rapporto su altri piani d’incontro e magari anche di scontro. L’importante è non perdersi di vista, far sapere ai ragazzi che i nonni ci sono e hanno ancora qualcosa da dire.
Per riuscire a farlo, occorre mutare l’approccio. I nipoti, appunto, non sono più bambini, ma neppure adulti: la loro identità si va precisando e ciò li rende, spesso, spigolosi e suscettibili. Una mamma, per esempio, espone bene la situazione nel sito, ricco di spunti, http://www.officinagenitori.org/
“…sto avendo un po’ di problemi al mare con mia madre e mia figlia, litigano e nn c’è un bel clima. di base M si fa molto i fatti suoi e nn considera la nonna, mia madre si annoia e ci resta male. quando poi prova a dirle qualcosa (di norma sono appunti e inviti al rispetto delle regole) M le risponde in modo abbastanza antipatico. tendo a precisare che mia madre è molto dolce, solo ha 71 anni e le sue idee, e forse con M è un po’ criticona. M dal canto suo riesce ad essere simpatica come la sabbia nel letto.”
Spesso infatti modi e maniere, e anche l’immagine fisica che gli adolescenti adottano non è precisamente gradevole. Fa parte della faticosa costruzione della loro identità, che va avanti fra tentativi ed errori. Perciò”…è necessario comprendere se e quando la critica all’adolescente è davvero necessaria (…) Siamo noi (…) a doverci porre delle domande. Perché il tale comportamento, abbigliamento, discorso, pensiero ci dà così fastidio o ci è così inaccettabile da dover essere oggetto di critiche? È qualcosa di effettivamente negativo o semplicemente non piace a noi?”
Nei casi in cui “la critica si rende davvero necessaria, bisogna scegliere il modo migliore di utilizzarla, e questo è sicuramente rappresentato dalla critica costruttiva” . Il compito spetta in primo luogo ai genitori; noi nonni potremo intervenire solo quando i nipoti ci sono affidati o se veniamo coinvolti per qualche precisa ragione. E’ bene comunque rammentare alcuni punti fondamentali.
“La critica costruttiva è tesa al miglioramento e all’aiuto dell’altro a differenza della critica distruttiva che ha come scopo, anche inconsapevole, la sua squalifica come persona. Per muovere una critica costruttiva è necessario prima di tutto separare il comportamento dalla persona: è la sostanziale differenza tra il “sei uno stupido” e il “ti sei comportato da stupido”. Inoltre, una volta evidenziato il comportamento criticabile, è utile e appunto costruttivo spiegarne il motivo e mostrare quale possa invece essere il modo per correggersi.” (dallo stesso sito: Dottoressa Anna Laura Boldorini, Psicologa)
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