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Nipoti, digitali in classe 2

Da Virginia Less

images Ricordate il post di quest’estate? Eccolo: http://virginialess.wordpress.com/2013/07/10/nipoti-digitali-anche-in-classe/

L’iniziativa è andata avanti; ho letto poco tempo fa, sulla pagina milanese de La repubblica, l’articolo che riassumo.

…una terza della scuola primaria Enrico Toti in via Cima, nel quartiere Ortica, è diventata la prima classe elementare digitale d’Italia. La vecchia lavagna di ardesia è scomparsa per lasciare il posto all’E-Board con touch screen: sui banchi dei 26 alunni i tablet affiancano quaderni e libri di testo. Il tutto con la facoltà, per gli insenanti, di bloccare alcune funzionalità dei tablet e addirittura spegnere tutti i dispositivi in automatico. Il che mi sembra di fondamentale importanza!

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Entro la fine del 2013 l’iniziativa interesserà 25 scuole in sette regioni italiane e nel 2015 gli istituti saranno quasi 300 su tutto il territorio nazionale, selezionati fra quelli che operano in situazioni difficili per la massiccia presenza di alunni stranieri e disabili o perché sono piccoli plessi a rischio chiusura.

Digitalizzare l’insegnamento significa rendere più interattive le lezioni, che possono essere seguite in diretta anche dagli alunni assenti grazie alla possibilità di collegare ogni tablet alla rete comune dell’istituto – interviene Carlo Barlocco, senior vice president di Samsung Italia . La dotazione tecnologica, per una valore di 15mila euro per alunno, è infatti sponsorizzata. Niente di male, ma è poco verosimile che la Samsung o altri fornitori generalizzino le donazioni, e la nostra scuola non ha soldi neppure per la normale amministrazione. Toccherà ai genitori provvedere? E i meno abbienti? Tutto da vedere.

Quanto ai vantaggi didattici, la mia opinione è positiva. Condivido quanto dice BarloccoOggi i giovani imparano soprattutto attraverso le immagini ed è importante che in aula si parli la loro lingua, utilizzando le stesse tecnologie di cui dispongono a casa. Ma è bene essere prudenti e attendere delle serie verifiche. Che  dovrebbero essere previste. Infatti:

Seguiremo costantemente gli sviluppi del progetto, in modo da verificare l’impatto della tecnologia sulla didattica e la percezione che ne avranno bambini, famiglie e insegnanti – assicura Pier Cesare Rivoltella, direttore del Centro di ricerca sull’educazione ai media, all’informazione e alla tecnologia dell’università Cattolica e rappresentante del gruppo di esperti istituito ad hoc dalla multinazionale asiatica – Non leggo però di esperti ministeriali:  cercherò di approfondire.

Noi nonne non diffidiamo dell’informatica , anzi ci siamo in gran parte attrezzate ( chi non l’ha fatto, si sbrighi!) e  anche in ciò seguiremo con interesse i nostri nipoti!

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