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“No ai negozi aperti la domenica”. La battaglia di Bregantini: raccolta di firme davanti alle chiese « IMPRESECHERESISTONO

Creato il 21 novembre 2012 da Artigianauta
“No ai negozi aperti la domenica”. La battaglia di Bregantini: raccolta di firme davanti alle chiese « IMPRESECHERESISTONO:

“No ai negozi aperti la domenica”. La battaglia di Bregantini: raccolta di firme davanti alle chiese

Pubblicato da ICR su novembre 20, 2012Impresecheresistono, da tempo, appoggia Commercio Attivo e la nostra amica Giulia D’Ambrosio , nella lotta che i piccoli commercianti hanno intrapreso per la loro sopravvivenza.www.primapaginamolise.itPotete trovare gli indirizzi per la raccolta firme ed appoggiare insieme a noi una lotta per il diritto di lavorare e contro l’abuso di fatto di potere dominante.Una mobilitazione nazionale contro l’apertura domenicale dei negozi. E’ quella lanciata stamattina, con una conferenza stampa, dal presidente della Commissione Cei Lavoro, Giustizia e Pace, monsignor Giancarlo Bregantini. L’arcivescovo di Campobasso, insieme ad alcune associazioni di commercianti, ha presentato l’iniziativa «Libera la domenica», iniziativa che mira all’abrogazione, con una mobilitazione popolare, della legge che lo scorso anno ha liberalizzato gli orari di apertura degli esercizi commerciali. Per questo domenica prossima davanti a tutte le chiese italiane saranno raccolte le firme per sostenere la richiesta. «Puntiamo a superare le 50mila adesioni», hanno spiegato i promotori.
«L’apertura domenicale deve essere l’eccezione e non la regola», ha sostenuto Bregantini, che allo stesso tempo ha sottolineato anche che «questa non è una battaglia per la messa». Poi ha evidenziato che in molti altri paesi europei «a differenza dell’Italia, i negozi la domenica restano chiusi».L’arcivescovo ha poi fornito tre motivi che sono alla base di questa campagna: «Il primo motivo è antropologico, perché le persone hanno bisogno di riposo; il secondo è la famiglia perché una mamma che deve andare al lavoro non può stare con i figli nell’unico giorno della settimana in cui i bambini sono a casa; infine c’è un motivo economico, perché ci si è accorti che non è vero che questo provvedimento di liberalizzazione delle apertura abbia dato beneficio e i negozi sono sempre in difficoltà».Bregantini ha quindi concluso: «Per questi tre motivi chiediamo un ripensamento della legge. Non chiediamo che i negozi siano sempre chiusi, ma che vengano regolamentati. La competenza dunque torni a livello locale, in modo tale che la decisione sulle aperture venga presa solo di fronte a necessità concrete». Le associazioni presenti, Federstrade, Commercio Attivo e Confesercenti, hanno anche annunciato la pubblicazione imminente di un libro con centinaia di testimonianze di persone, commercianti e commesse, e la prefazione dello stesso Bregantini. (el)

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