Oh mamma che rebelotto.
Io, bella fresca e rubiconda, stamattina prendo la macchina e mi dirigo verso Milano per partecipare al No Banks Day, e una volta arrivata in Piazza Affari mi trovo in una piazza semideserta, circondata da due cani, tre gatti e una decina di rasta: una manifestazione internazionale, organizzata in contemporanea con la piazza di Wall Street, trasformata in una colonia smagrita di un centro sociale?
Scatto qualche foto, perplessa, e poi me ne vado a fare un giro in Feltrinelli per risollevarmi lo spirito.
Con la sporta doverosamente piena e il portafoglio clamorosamente vuoto, torno dopo un’oretta in Piazza Affari per vedere se il presidio si è rimpolpato, ma realizzo con rammarico che il panorama non è cambiato di molto.
Mi lustro gli occhi con qualche celerino niente male, e decido di tornare verso casa.
I celerini non sono esattamente una categoria che gode della mia stima, come del resto tutte le categorie di persone che fanno dell’obbedienza un valore assoluto ed una promessa: per essermi dovuta consolare con la contemplazione della loro maschitudine, dovevo essere proprio triste, ne converrete.
Una volta a casa mi collego al gruppo di Italian Revolution Milano, e deduco dai commenti che poco prima che arrivassi in Piazza Affari c’erano stati scontri tra i membri del Centro Sociale “Il Cantiere” (che già da qualche giorno rivendicavano la paternità dell’evento, cercando di sostituirsi agli organizzatori reali – Italian Revolution, appunto) e i membri del gruppo “Lo sai”, tacciati di fascismo dai primi.
Un gruppo corposo di persone si è quindi spostato in Piazza Fontana, per evitare il degenerare della situazione.
Ora, io non so cosa sia il gruppo “Lo sai”, non ho capito granchè del problema del “signoraggio bancario” su cui questo gruppo sta cercando di spostare l’attenzione, non so se siano davvero fascisti o cos’altro.
Di fatto, una giornata che poteva essere costruttiva e simbolica, si è trasformata in una giornata deprimente, emblema della nostra incapacità di sviluppare una democrazia orizzontale.
Io che non sono certo moderata (una turbo-progressista, più che altro), ma che detesto il fascismo di destra quanto quello di sinistra, contemplo ora le foto della giornata come quelle di un’ennesima sconfitta.
Sebbene il nostro popolo debba ancora dirimere il conflitto tra fascismo e comunismo (in prolifica rimonta il primo, marginale e incattivito il secondo), certe occasioni non andrebbero perse così stupidamente.
Sono sempre più convinta che le piazze si riempiono arginando gli estremismi, non lasciando che si impossessino di strade, iniziative e occasioni: e questo si può fare solo costruendo una forte identità moderata che abbia voce credibile e braccio lungo e determinato.
Saremo mai capaci di creare un coordinamento reale, un movimento che sa muoversi all’unisono e mobilitare la nazione civile? Io che sono nata scettica e cresciuta cinica, vedo solo poche persone volenterose, vigorose e pulite affogare in una marea di cazzoni.
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