Per una strana coincidenza nello stesso giorno in cui il «The Guardian» smentisce categoricamente le illazioni secondo le quali sarebbe prossimo a diventare testata solo digitale, «Newsweek» ufficializza invece la cessazione dell’edizione cartacea con la fine del 2012 [da leggere anche la nota interna allo staff del settimanale statunitense sulla questione da parte di Tina Brown].
Sempre nello stesso giorno, il sottoscritto, ospitato da «Wired», sosteneva che i giornali hanno ancora bisogno della carta, trasformando, apparentemente, le strane coincidenze in destino beffardo. Articolo i cui contenuti hanno avuto interpretazioni corrette e meno corrette.
La decisione del magazine statunitense, che peraltro non sorprende, ha riaccesso inevitabilmente il dibattito, per usare una terminologia in voga, tra rottamatori, coloro che vedono come ineluttabile la cessazione delle versioni tradizionali di testate quotidiane e periodiche, e riformatori, coloro che ritengono, come il mio caso, che la sfida da vincere sia quella della convergenza, dell’integrazione, assegnando a ciascun mezzo, carta inclusa, il suo ruolo e significato sia sotto il profilo dei contenuti che di contribuzione ai ricavi delle testate.
Juan Varela, che citavo anche un paio di giorni fa, ha realizzato un riassunto delle vendite di alcune delle principali testate a livello internazionale aggiornata al primo trimestre 2012. Una sintesi dello stato di implementazione dei paywall e di altri modelli di vendita per quanto riguarda le edizioni online/digitali.
Spiccano le testate di informazione economica – finanziaria, le uniche ad avere un incidenza della versione digitale superiore al 30% del totale.
In molti casi pare essere prevalente un modello “misto” con la vendita abbinata di carta+digitale. Un dettaglio non trascurabile nell’interpretazione del significato dei dati. Numeri che confrontati alla situazione attuale di «Newsweek», che secondo quanto riporta il The Wall Street Journal, conta 27mila abbonamenti alla versione digitale contro 1,37 milioni di abbonamenti per l’edizione cartacea fanno apparire la scelta se non scellerata sicuramente azzardata.
Ad oggi, come ricordavo nel precitato articolo di un paio di giorni fa, per il digitale, quasi, nessuno ha un modello di business definito, nessuno ha ancora una risposta certa sulla gestione sostenibile di transizione, parziale o totale, da carta a digitale. I casi sin qui dimostrano che spesso il passaggio è una fuga più che una scelta che ha portato al successo. Fuga che parrebbe confermata dalle parole di Baba Shetty, CEO di «Newsweek», che in un’intervista rilasciata ieri afferma che l’abbandono dalla carta stampata “li libera” e che il modello di business per il 2013 si basa fondamentalmente su una crescita esponenziale degli abbonamenti alla versione online/digitale.
No comment!
Al momento della pubblicazione di questo articolo ne parlano: WWD Media Headlines, Gawker, newsweek.tumblr.com, Jon Slattery, CNNMoney.com, Economist, Politico, Capital New York, FishbowlNY, Business Insider, Quartz, TUAW, @gabrielsnyder, @mlcalderone, @jeffjarvis, @felixsalmon, JIMROMENESKO.COM, @ledbetreuters, Los Angeles Times, Media Nation, Reuters, @jbflint, The Huffington Post, MarketingVox News & Trends, @sdkstl, @ryanbeckwith, @joshgreenman, The Atlantic Online, Wall Street Journal, Forbes, @erichippeau, Daily Download, @editorialiste, Associations Now, @bronwen, Reuters, Poynter, @edmundlee, @rajunarisetti, @obsoletedogma, @thedailybeast, Digiday, Mashable!, Engadget, Guardian, TVNewser, FishbowlDC, Folio, Bloomberg, The Atlantic Wire, @jenny8lee, UPROXX, CJR, New York Magazine, Digital Media Wire, Canadian Magazines, @dylanbyers, CNET, Mediaite, The Week, The Awl, The Daily Caller, GalleyCat, The Verge, Gothamist, WebProNews, MediaPost, Vanity Fair, SocialTimes, Deadline.com, Tampa Bay Times, Journalism.co.uk, TechCrunch, @thetinabeast, @johnbowman, @meenasaurus, @sirharryevans, @ditzkoff, @jerometaylor, New York Post, Talking Points Memo, @thatdanstewart, msnbc.com, USA Today, Pocket-lint, Agence France Presse, Noted, Guardian, AllThingsD, Recovering Journalist, NYTimes, yelvington.com, paidContent, Vanity Fair, Free Press, Erik Wemple, LA Observed, Forbes, eMedia Vitals, … e anche un articolo pubblicato su The Economist a giugno 2012.