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No dell’Europa al ricorso contro il FFP. Ma il secondo fronte è molto più pericoloso

Creato il 24 maggio 2014 da Tifoso Bilanciato @TifBilanciato

L'agente FIFA Daniel Striani, rappresentato dall'avvocato Jean-Luis Dupont (lo stesso che vinse la cosiddetta "Causa Bosman" che consente ai calciatori professionisti aventi cittadinanza UE di trasferirsi gratuitamente a un altro club alla scadenza del contratto con l'attuale squadra) aveva presentato lo scorso 6 maggio 2013 un ricorso ufficiale alla Commissione UE, sostenendo che alcune parti del Regolamento UEFA sul Financial Fair Play non sono coerenti con la normativa europea.

 

La principale osservazione riguarda l'art. 57, che introduce l'obbligo del pareggio di bilancio (Break-Even Rule) per le squadre e che limiterebbe il principio di concorrenza producendo i seguenti effetti:.

  • Restrizione degli investimenti;

  • Fossilizzazione della struttura del mercato esistente (vale a dire che i principali club attuali possono mantenere la loro leadership, e anche aumentarla);

  • Riduzione del numero dei trasferimenti, delle somme degli stessi e del numero di giocatori contrattualizzati con ogni club;

  • Effetto deflattivo sul livello degli stipendi dei calciatori, e di conseguenza, un effetto deflattivo sui ricavi degli agenti di giocatori (a seconda del livello di trasferimento di importi e/o dei giocatori stipendi)

 

La Commissione Europea ha risposto a Striani, con copia alla UEFA che:

  • non ritiene esistano i presupposti per iniziare un processo di analisi per difetto di legittimazione del richiedente: il Fair Play Finanziario, sostengono, si applica a Club e non vede coinvolti gli Agenti dei calciatori ne' impone loro alcun tipo di obbligo.

  • il nesso causale fra l'introduzione del Fair Play Finanziario e la riduzione del giro d'affari degli Agenti non è stato comunque sufficientemente argomentato.

La Commissione ha infine precisato che "fino ad oggi non ha ricevuto alcuna lamentela formale da parte degli attori del mercato direttamente toccati dalle esigenze di equilibrio finanziario, vale a dire i club".

 

 

La risposta della Commissione è stata ovviamente salutata con favore dalla UEFA, ma non rappresenta una vittoria definitiva.   

 

Innanzitutto perché la Commissione non è veramente entrata nel merito della richiesta, ma si è limitata a dichiararla non ricevibile per difetto di legittimazione di Striani. Il quale ha comunque quattro settimane di tempo per presentare ricorso.

 

Ma, soprattutto, perché l'avvocato Dupont, sempre a nome di Striani, ha depositato il 20 giugno 2013 un secondo ricorso, questa volta presso un Tribunale Ordinario di Bruxelles.

 

La richiesta fatta al giudice di prima istanza è di richiedere un pronunciamento della Corte Europea di Giustizia una verifica della compatibilità del Regolamento sul FFP  il principio di concorrenza e con il principio della libera circolazione (di lavoratori, servizi e capitali)

 

Nel caso specifico l'argomentazione è che vengono introdotti dei vincoli che sono sproporzionati rispetto all'obiettivo che si vuol raggiungere (l'equilibrio economico e finanziario delle squadre) anche in considerazione del fatto che esisterebbero delle alternative che potrebbero consentire lo stesso risultato senza violare la Legge Comunitaria, quali ad esempio la "luxury tax", l'introduzione di un obbligo di garantire in solido eventuali spese eccedenti il budget di una squadra, la modifica delle modalità di distribuzione dei ricavi rivenienti dalle competizioni UEFA.


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