No legittimo impedimento? Ahi ahi ahi...E Silvio pensa al "bolscevico"
Creato il 20 giugno 2013 da Massimoconsorti
@massimoconsorti
Che strano paese! Uno (non uno qualsiasi) è condannato per un reato che ha commesso e la colpa è dei giudici. Se non fossimo in Italia e non stessimo parlando di Silvio Berlusconi I°, Imperatore di Arcore, diremmo che in quel paese di cui trattiamo, vige uno strano concetto e della democrazia e della distinzione tra i poteri dello Stato. Diremmo che alzate d'ingegno simili, sono la conseguenza dei troppi gradi di calore di quel parallelo, diremmo, insomma, che quella è la classica democrazia delle banane. Ma li avete sentiti i pasdaran berluschini dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale (la Corte non emette sentenze, si pronuncia) ? Ci fosse stato uno, da Capezzone a Gasparri, dalla Santanché alla MaryStar Gelmini, che fosse entrato nel merito. Che abbia detto: “Il pronunciamento è sbagliato perché il legittimo impedimento, essendo in corso una riunione del consiglio dei ministri, era sacrosanto”. Macché! Una delle ragioni per la quale Silvio è innocente è la seguente: “Lo votano 9 milioni di italiani”. E 'sti cazzi? E Barabba, allora? Certo, potrebbero dire i pidiellini, 9 milioni di cittadini sono sempre di più del 65 per cento dei 19mila che hanno votato l'espulsione della Gambaro dai FiveStars, ma non resta comunque un motivo valido per assolverlo senza passare dal Via, quando lo si fa, di solito si va in Prigione (mai giocato a Monopoli? No? Ahi ahi ahi). Un'altra ragione è la seguente: “Silvio non può essere condannato perché tiene in piedi il governo di emergenza”. Ma che vi venga un bene. E all'emergenza, questo paese, chi diavolo ce lo ha portato, Nonna Papera? Poi, da parte dell'esercito delle fedelissime (una specie di raggruppamento stanziale di autoctone della Silicon Valley), le motivazioni sono altre. Silvio non è condannabile perché è “bello”, “affascinante”, “buono”, “umano”, “tutto cuore” e paga sempre il conto (alla fine). Il succo di tutto questo ragionamento, è che Silvio i reati li ha commessi, ma siccome lui è lui (e gli altri non contano un cazzo, ecc. ecc.), tutto gli è concesso: evadere le tasse, divulgare intercettazioni secretate, andare a mignotte (minorenni), fare pressioni perché le mignotte vengano rilasciate, mettere da parte castelletti in nero, giocare alle scatole cinesi, trafficare in petrolio con amici e conoscenti, affidare al fratello i “tutor” austostradali e il monopolio dei decoder. Ma lui è lui. Punto. Dall'altra parte, c'è da prendere atto delle lacrime neppure troppo nascoste dei pidini. All'uscita del pronunciamento della Corte, non si è capito, infatti, se fossero più dispiaciuti i pidiellini o gli uomini della sinistra che fu. Profilo bassissimo, sia nelle dichiarazioni, che nelle manifestazioni di solidarietà che sicuramente ci saranno state. Il più grande inciucio degli ultimi 150 anni non deve finire qui. Non ora. C'è un congresso da celebrare entro l'anno e andarci senza avere in mano neppure uno straccio di presidente del consiglio sarebbe una iattura. Dobbiamo sottolineare, però, il grande aplomb del Cavaliere, che non sarà stato fatto “Cavaliere” a caso, o no? Silvio ha detto: “Non importa, avanti con il governo”, accreditandosi come un grande statista, mentre non è che il solito, spietato calcolatore. Uscire fuori dal governo in questo momento, significherebbe non avere nessun potere contrattuale e Berlusconi non se lo può permettere. C'è un grande amico alla Cassazione e gli amici, si sa, per Silvio sono sacri (e viceversa). Nel segreto delle sue stanze, circondato dall'affetto dei suoi cari, a Silvio però un sospetto è venuto. Comincia a pensare seriamente che quel “bolscevico” che siede al Quirinale, non lo stia tutelando sufficientemente. “Se uno è stato contaminato dal bolscevismo - pensa il Capataz – bolscevico resta. Per tutta la vita”.
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