Magazine Cinema
Oggi si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne. Una ricorrenza di cui non vorremmo proprio più parlare, ma che ogni anno purtroppo ci costringe a farlo. Troppe sono ancora le donne vittime di vessazioni e sevizie, non solo fisiche. Troppe le vittime, troppa l'indignazione, sempre troppo poche invece le denunce e le leggi, almeno da noi troppo permissive nei confronti di chi si macchia di un crimine vile e terribile come questo. L'amica Alessandra, del blog Director's Cult, ha proposto agli ormai soliti colleghi blogger di celebrare questo giorno nel modo a noi più congeniale, ovvero parlando di cinema. Da oggi e per tutta la settimana, secondo il calendario pubblicato alla fine di questo post, tutti i partecipanti all'iniziativa recensiranno un film sul tema, nella speranza di poter contribuire, nel nostro piccolo, a risvegliare le coscienze e
sensibilizzare l'opinione pubblica. Perchè i film, come dico sempre, forse non cambiano la vita (e nemmeno la società), ma possono renderla migliore. Noi ci proviamo.
SOTTO ACCUSA
(The Accused)
di Jonathan Kaplan (Usa, 1988)
con Jodie Foster, Kelly McGillis
durata: 111 min.
A vederlo oggi nessuno si scandalizzerebbe più. In un'epoca ormai 'anestetizzata' dai media e dal qualunquismo dilagante, in una società sempre più egoista e chiusa in se stessa, la notizia di una ragazza violentata su un flipper non riempirebbe nemmeno la quarta pagina di un giornale. Eppure, sembra incredibile, ventisei anni fa questo film 'scombinò' molte coscienze, provocando dibattiti su dibattiti nell'America bacchettona, benpensante e profondamente 'reaganiana' degli anni'80.
Sotto accusa è, semplicemente, la cronaca di uno stupro e la lotta di una persona 'normale' che cerca di far valere in tutte le sedi la propria dignità di donna e di essere umano nel difficile contesto storico appena descritto, intriso di ipocrisia e ignobile maschilismo. Ho detto persona 'normale' non a caso: Sarah Tobias infatti non è per niente una 'santarellina', ma una giovane donna con tanti problemi, tanti difetti, per niente simpatica e un anche un tantino sfigata. E' una donna che non piace allo spettatore, e non fa nulla per farsi piacere. Volutamente.
Il regista ci pone di fronte alla terribile sequenza dello stupro, dimostrandoci che si tratta di un atto bestiale e inconcepibile, assolutamente non giustificabile, indipendentemente dalle qualità morali della vittima. Jodie Foster vinse il suo primo Oscar per questo ruolo, inaugurando così la sua carrellata di personaggi femminili 'memorabili', tutti contraddistinti da grande coraggio, furiosa determinazione e immensa solitudine (segiranno la Clarice Starling de Il silenzio degli innocenti, la selvaggia Nell, la caparbia Ellie Arroway, protagonista di Contact...)
Ma la performance di Jodieva ben oltre la statuetta: la suaSarah Tobiasè una figura che ci resta scolpita nella mente, che cattura il nostro sguardo e il nostro cuore, capace di offuscare chiunque, perfino i suoi violentatori, che restano sempre in secondo piano perfino nell'interminabile scena-madre, quella dello stupro. Viene da pensare semmai, che a distanza di oltre un quarto di secolo ben poco è cambiato nelle nostre coscienze e nelle nostre leggi, e le donne violentate spesso e volentieri sono vittime annunciate, costrette a vivere nella paura senza potersi difendere e senza essere tutelate da nessuno.
Film imperfetto, forse tecnicamente poco curato, eppure ancora oggi disturbante. Alla sua uscita fu censurato e tagliato nei passaggi televisivi, oggi praticamente assenti. Jodie Fosterappare radiosa e 'selvaggia', dolente e ribelle. Questo film la catapultò nell'olimpo di Hollywood, dal quale non verrà però stritolata. Esattamente come la sua Sarah.
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