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No Muos, No Tav

Creato il 11 agosto 2013 da Casarrubea
Antenne. Manifestazione del 9 agosto 2013

Antenne. Manifestazione del 9 agosto 2013

Alla manifestazione contro i Muos di Niscemi, l’altro giorno, c’erano diverse migliaia di persone. Poco conta quante in realtà fossero, anche se  televisioni e giornali tendono sempre a minimizzare i fatti e a ridurli a logiche di parte. A questa riduzione corrisponde, questa volta, la sparata di Rosario Crocetta che, evidentemente, dovendosi preparare ad essere qualcosa di più di quello che non è come governatore, si è già messo di buzzo buono a mettere le carte a posto. Per fare cosa? Per compiacere le attese dei grandi della Terra e dell’Italia, che lo potrebbero vedere, dopo il crollo di questo regime senza spina dorsale, dentro il futuro governo nazionale, o, addirittura a capo di esso.

Non si spiega altrimenti il suo atteggiamento di voltagabbana, e addirittura il suo fulmineo colpo basso inferto a un movimento di pacifisti, accusati di infiltrazioni mafiose, che hanno voluto esprimere, con fantasia e decisione, il loro parere contrario alla costruzione dei Muos, i sistemi di comunicazione satellitare gestiti dal Dipartimento di Stato americano. E ci sono buoni motivi per non stare calmi perchè i sistemi che saranno impiantati trasformeranno la Sicilia in una cappa di radiazioni magnetiche ad alto rischio per la salute dei siciliani. Ma, si sa, dove ci sono grossi interessi in gioco, di natura economica e militare, conta poco la salute degli altri. C’è sempre infatti una notevole distanza tra chi ha il potere di decidere e le vittime del potere decisionale. Ecco perchè il movimento No Muos è destinato a stringere sempre più rapporti produttivi con analoghi movimenti, come quelli dei No Tav. Ma se vorrà sopravvivere non dovrà limitarsi ad essi e dovrà tenere sempre ampio il suo campo di osservazione.

Adesso per Crocetta i manifestanti sono tutti anarcoinsurrezionalisti, terroristi e chissà cos’altro. Tutto fa brodo per demonizzare chi la pensa diversamente e impedire che si possa fare strada un movimento pacifista che vuole la Sicilia al centro di un mare di pace, e non nell’occhio del ciclone di una possibile futura guerra tra civiltà.

Se il governatore finge di non capire questa verità elementare, dobbiamo allora prendere in considerazione il fatto che veramente, negli ultimi trent’anni, la politica italiana, e siciliana in particolare, è caduta in basso. Siamo infatti ben lontani dai tempi in cui Pio La Torre, allora segretario regionale del Pci,  raccoglieva, tra gli entusiasmi e la passione di tutti, un milione di firme contro l’installazione dei missili a testata atomica Cruise a Comiso. La Torre sapeva che quella sua battaglia era un passo obbligato per fare della Sicilia una terra libera. Gli costò la vita il suo impegno e l’assenza dello Stato, la fuga dalle responsabilità da parte delle pubbliche autorità, comportò la materiale consegna di un combattente al suo nemico dichiarato: la mafia, gli artefici della strategia del riarmo, i vincitori di una guerra che nonostante tutto il tempo passato ritenevano, come ancora ritengono, di essere i veri proprietari  del territorio siciliano.

Qui, ora, a Niscemi, si giocano  gli interessi di prima. Quelli delle Forze Armate statunitensi, quegli altri delle imprese consorziate che hanno avuto i subappalti (scavi, movimento terra e quant’altro) necessari alla costruzione delle piattaforme dove istallare diverse decine e decine di antenne del sistema Muos, e infine quelli della mafia, che non se ne sta mai alla finestra a godersi lo spettacolo.

 Tant’è che – come nota Antonio Mazzeo – il Tar di Palermo ha respinto il ricorso presentato dalla Calcestruzzi Piazza “dopo essere stata privata del certificato antimafia” mediante un provvedimento della Procura di Caltanissetta.

Non si capisce, quindi, in cosa consista l’antimafia di Crocetta e neanche dove stia l’antimafia, forse ormai assuefatta alle recitazioni fittizie e non alla lotta senza quartiere alle organizzazioni mafiose che impediscono lo sviluppo della Sicilia, consegnandola alla sua secolare sottomissione ai poteri forti, alle grandi potenze, alle finalità che non gli sono state mai congeniali.

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Ben venga, quindi il movimento No Muos. Sono mille i motivi che ne fanno un cavallo di battaglia per l’affermazione dei principi di libertà, di pace nel mondo, di salute pubblica, nonché di rispetto dell’ambiente. La condizione preliminare di queste battaglie è, però, il mantenimento della sua autonomia, del suo carattere popolare, della sua indipendenza da altri movimenti non affini (ad esempio il movimento dei cosiddetti Forconi) o partiti che rischierebbero di farlo cadere nel provincialismo, in una certa angustia culturale priva anche di prospettive politiche.

I no Muos sono perciò un movimento molto simile a quello dei No Tav, degli Indignados, di Occupy Wall Street, e di molti altri. La differenza con il movimento di Niscemi è soprattutto la loro natura. In questo caso si tratta di una forma di opposizione alle ragioni militari di potenze straniere, che sfruttano il nostro territorio con il consenso del nostro governo nazionale e regionale. Dunque, un movimento sostanzialmente pacifista, ma che si innesta con battaglie civili per la tutela dell’ambiente e della salute delle popolazioni contro l’ostilità delle autorità politiche. Chi vincerà?

Tutto dipenderà dalla pazienza, dall’abituarsi alle tecniche di logoramento, dall’una parte e dell’altra. Saranno soprattutto decisive l’estensione della consapevolezza e la tenuta alta della lotta, in una prospettiva unitaria.


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