Bianca è una giovane donna che sembra realizzata. Vive con il fidanzato Edoardo, il suo ex analista, lavora in una casa d’aste nel settore arte contemporanea e finalmente ha un rapporto civile con suo padre e la sua compagna, dopo anni di dissidi. Quella di Bianca, insomma, sembra una vita serena, con la prospettiva di un futuro coronato dal successo professionale e dalla costruzione di una famiglia con l’uomo che pensa di amare. Purtroppo basterà poco a far crollare la felicità che si è cucita addosso: ciò che per chiunque rappresenterebbe l’occasione di far carriera, per lei è motivo di angoscia. I ricordi della notte che vent’anni fa hanno segnato la sua vita indelebilmente tornano a tormentarla. Prima che possa rendersene conto, Bianca ricade nella spirale degli attacchi di panico, la patologia che ha reso la sua adolescenza un incubo.
Un libro su uno dei mali che affligge il nostro secolo, con una frequenza e una crescita esponenziali: gli attacchi di panico.
La protagonista del libro, Bianca, vive nel frenetico mondo di artisti, giornalisti, galleristi e critici, ma unicamente nella solitudine del suo pc che riesce ad assomigliare alla persona che veramente vorrebbe essere. E sarà proprio nella rete che troverà il metodo per affrontare la paura della paura.
Il libro vuole essere un romanzo terapeutico accompagnato dalla postfazione di uno psicologo, Gianluca Marchesini, che prende spunto dalla storia narrata nel romanzo per spiegare cosa siano gli attacchi di panico, cosa li provocano e come vengono affrontati.
In No panic si legge la solitudine e la paura di una donna, ormai adulta, provata dai sensi di colpa e dal rimorso, espressi in un lunghissimo incubo che non ha mai smesso di perseguitarla. E quindi il panico, l’esternazione della paura a suoi massimi livelli. Il libro è una lettura avvincente, un intreccio vivace, intenso, pieno di sorprese, di scoperte e di suggestioni, di incontri e di forti emozioni. Un racconto abbastanza rigoroso nelle analisi e nelle descrizioni del disagio psichico. Da leggere per rendersi conto che non si è soli a soffrire di quei demoni che sono lì, però, per cercare di indicarci il modo per rimettere tutto in discussione e per scoprire il nostro lato più autentico.