Non ci sono mezze misure per l’attivista di Alessandria In Movimento, che quando può parte alla volta della Valle torinese, tra i “compagni di lotta”: “Un forte abbraccio a Luca (l’uomo in gravi condizioni, folgorato dall’alta tensione), vittima di un tentato omicidio”. Si, lo chiama così. E dà una spiegazione degli ultimi eventi sfociati in tragedia: “Salire su un traliccio è un atto normale di disobbedienza civile, ha fatto bene a farlo”. Quel che è successo dopo, per i manifestanti alessandrini, è colpa delle forze dell’ordine che invece di mettere dei materassi sotto il traliccio hanno tentato di andarlo a tirar giù, scatenando la reazione scomposta.
Il poliziotto cattivo contro il manifestante pacifico, insomma?: “Abbiamo assistito a pestaggi senza senso di anziani e indifesi e di danneggiamenti gratuiti”, prosegue concitato, “altro che pecorelle…”, dice, giustificando la reazione del manifestante che provoca il carabiniere in tenuta anti sommossa come una situazione esasperata, nata, dice lui, dalla violenza contro le persone inerme. “L”aggressione alla troupe giornalistica potrebbe essere nata da un malinteso: l’auto girava con il lampeggiante blu, come se fossero poliziotti in borghese che riprendevano gli scontri”. Basta per giustificare l’assalto? “I blocchi stradali e i cortei sono assolutamente pacifici”, ripete.
Alla fine ce n’è anche per i giornalisti: “Persino i media di sinistra danno una versione distorta degli eventi, ribattendo le veline della polizia”.