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Il Nobel per la Chimica 2013 è stato assegnato agli scienziati Martin Karplus dell’Università di Strasburgo, Michael Levitt dell’Università di Cambridge e Arieh Warshel dell’Università di Southern California “per i loro studi sullo sviluppo di modelli multiscala per sistemi chimici complessi“. Lo ha annunciato l’Accademia Reale di Stoccolma. Questi modelli sono utili per l’industria e per sviluppare nuovi farmaci. I tre scienziati sono rispettivamente austriaco statunitense il primo, statunitense-britannico il secondo e israeliano-statunitense il terzo. Tutti e tre lavorano comunque negli Stati Uniti. Per quanto riguarda il Nobel per la Pace, invece, i rumors danno come possibili vincitrice Malala Yousufzai, la giovane pachistana che un anno fa era stata gravemente ferita dai talebani per le sue prese di posizione a favore di una libera istruzione per le ragazze. La ragazza, che vive ora a Birmingham, è stata intervistata in merito alla sua possibile vittoria per il Nobel, ma ha liquidato la faccenda con un ”quello che mi interessa piu’ di tutto è la causa dell’educazione. Voglio lottare per quei milioni di bambini che non possono andare a scuola, che soffrono a causa del terrorismo, che sono costretti a lavorare, che addirittura non hanno cibo o casa. Credo di non avere fatto abbastanza per meritare un simile importante riconoscimento. Cè molta gente che invece lo merita, mentre io devo ancora lavorare molto”. La giovane ha anche espresso il desiderio di tornare il prima possibile nelle terre dove è nata (è originaria della valle dello Swat, in Pakistan): “mi rendo conto di quanto e’ bello lo Swat dove sono nata e cresciuta. Amo la mia terra e mi manca – ha concluso – e spero di tornarci il piu’ presto possibile, anche se prima devo studiare molto e dotarmi dell’arma potente che e’ l’istruzione”. Sempre per quanto riguarda il Nobel per la Pace e l’Italia, vedremo quanto potrà pesare l’invito rivolto dal ministro dell’Interno Angelino Alfano qualche giorno fa, a margine di un intervento sulla tragedia di Lampedusa, nel quale il ministro si augurava la possibile presa in considerazione dell’isola come vincitrice del premio Nobel, in virtù dell’umanità e del senso di accoglienza dimostrate in questi anni con l’arrivo di migliaia di migranti.